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Notiziario periodico di Tele Maria /11-2015
Ancona, mercoledì 18 febbraio 2015
A cura del Prof. Giorgio Nicolini - Tel,/Fax 071.83552 - Cell. 339.6424332
Posta Elettronica: direttore@telemaria.it - Sito Internet: www.lavoce.an.it
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MERCOLEDI' DELLE CENERI
ANCHE NELLA CHIESA
E' NECESSARIA LA CONVERSIONE

IL CASO DI UN PROFESSORE DI RELIGIONE CUI E' STATA TOLTA L'IDONEITA'
PER AVER FATTO VEDERE AGLI ALUNNI UN FILMATO SULLA REALTA' DELL'ABORTO
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SALVATEVI DA QUESTA GENERAZIONE PERVERSA
Dagli Atti degli Apostoli (2,14.36-41):
Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: "... Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!». All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati...". Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.

Qual è l'origine del Mercoledì delle Ceneri?
Il Mercoledì delle Ceneri riceve nella tradizione liturgica della Chiesa il nome di “mercoledì all'inizio del digiuno” (in capite ieiunii). Inizia con l'austero rito dell'imposizione delle ceneri, e in questo modo inaugura la Quaresima. Nell'anno liturgico, la Quaresima rappresenta il ciclo di preparazione alla celebrazione del mistero della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Il Mercoledì delle Ceneri è strettamente unito all'idea di penitenza, dato che tra gli ebrei si esprimeva coprendosi il capo di cenere e vestendosi con il cosiddetto cilicio.
Giuditta, prima di intraprendere l'ardua impresa di liberare Betulia, “cadde con la faccia a terra e sparse cenere sul capo e mise allo scoperto il sacco di cui sotto era rivestita e, nell'ora in cui veniva offerto nel tempio di Dio in Gerusalemme l'incenso della sera, supplicò a gran voce il Signore” (Gdt 9, 1).
Gesù stesso, deplorando l'impenitenza delle città di Corazin e Betsaida, affermò che avrebbero meritato la stessa fine di Tiro e Sidone se non avessero fatto penitenza con cenere e cilicio (Mt 11, 21).
Ecco perché Tertulliano, San Cipriano, Sant'Ambrogio, San Girolamo e altri Padri e scrittori cristiani antichi alludono spesso alla penitenza in cinere et cilicio e la Chiesa, quando nei secoli V e VI organizzò la “penitenza pubblica”, scelse la cenere e il sacco per indicare il castigo di coloro che avevano commesso peccati gravi e notori.
Il periodo di quella penitenza canonica iniziava proprio quel giorno e durava fino al Giovedì Santo. Nella Roma del VII secolo, i penitenti si presentavano ai presbiteri, confessavano le proprie colpe e, se era il caso, ricevevano un vestito di cilicio impregnato di cenere, restando esclusi dalla chiesa, con la prescrizione di ritirarsi in qualche abbazia per compiere la penitenza imposta in quella Quaresima. In altri luoghi, i penitenti pubblici compivano la pena privatamente, ovvero a casa propria. Era generale l'abitudine di iniziare la Quaresima con la confessione, non solo per purificare l'anima, ma anche per ricevere più frequentemente la sacra Comunione. La confessione dei propri peccati era sempre orientata ad avere “comunione con l'altare”, ovvero a poter accedere al sacramento eucaristico, perché la Chiesa vive dell'Eucaristia.
Il primo formulario di benedizione delle ceneri risale all'XI secolo. Il rito di imporre le ceneri sulla testa dei penitenti, gesto dalla grande carica simbolica, si diffuse rapidamente in Europa. Le ceneri, che provengono dalla combustione dei rami d'ulivo della Domenica delle Palme dell'anno precedente, si depositavano sulla testa degli uomini. Alle donne veniva fatta una croce sulla fronte.
Dal sito ALETEIA www.aleteia.org/it  [Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
RIMEDITIAMO LE LUMINOSE PAROLE DEL CARD. RATZINGER
NELLA VIA CRUCIS AL COLOSSEO DEL VENERDI' SANTO 2005

PRIMA STAZIONE
Gesù è condannato a morte

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 22-23.26
Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”.
Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

MEDITAZIONE
Il Giudice del mondo, che un giorno ritornerà a giudicare tutti noi, sta lì, annientato, disonorato e inerme davanti al giudice terreno. Pilato non è un mostro di malvagità. Sa che questo condannato è innocente; cerca il modo di liberarlo. Ma il suo cuore è diviso. E alla fine fa prevalere sul diritto la sua posizione, se stesso. Anche gli uomini che urlano e chiedono la morte di Gesù non sono dei mostri di malvagità. Molti di loro, il giorno di Pentecoste, si sentiranno “trafiggere il cuore” (At 2, 37), quando Pietro dirà loro: “Gesù di Nazareth – uomo accreditato da Dio presso di voi – … voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi…” (At 2, 22s). Ma in quel momento subiscono l’influenza della folla. Urlano perché urlano gli altri e come urlano gli altri. E così, la giustizia viene calpestata per vigliaccheria, per pusillanimità, per paura del diktat della mentalità dominante. La sottile voce della coscienza viene soffocata dalle urla della folla. L’indecisione, il rispetto umano conferiscono forza al male.

PREGHIERA
Signore, sei stato condannato a morte perché la paura dello sguardo altrui ha soffocato la voce della coscienza. Accade sempre così, lungo tutta la storia, che degli innocenti vengano maltrattati, condannati e uccisi. Quante volte abbiamo, anche noi, preferito il successo alla verità, la nostra reputazione alla giustizia. Dona forza, nella nostra vita, alla sottile voce della coscienza, alla tua voce. Guardami come hai guardato Pietro dopo il rinnegamento. Fa’ che il tuo sguardo penetri nelle nostre anime e indichi la direzione alla nostra vita. A coloro che il Venerdì santo hanno urlato contro di te, il giorno di Pentecoste hai donato la commozione del cuore e la conversione. E così hai dato speranza a tutti noi. Dona anche a noi, sempre di nuovo, la grazia della conversione.
Questo testo viene mostrato quando l'immagine è bloccata   IL PRIMO VENERDI' DI OGNI MESE
E' andata in onda il 6 febbraio 2015 da RADIO MISSIONE FRANCESCANA di Varese la prima intervista al Prof. Giorgio Nicolini sulla storia delle Miracolose Traslazioni della Santa Casa di Nazareth con l'esposizione di importanti novità storiche ed archeologiche.
Clicca QUI per ascoltare l'intervista
Il caso dell’insegnante di religione del Liceo Cardano di Milano.
La Curia ambrosiana ha respinto il ricorso presentato al Card. Scola, confermando il decreto di revoca 
–  di Paolo Deotto - da RISCOSSA CRISTIANA
www.riscossacristiana.it del 9 febbraio 2015 -


Si è chiusa nel peggiore dei modi una vicenda in cui la Chiesa milanese ha purtroppo recitato una parte ricca di ambiguità. I risultati concreti sono dannosi non solo per il diretto interessato, ma in genere per gli insegnanti di religione cattolica, più che mai nel mirino anche del “fuoco amico”. E se ne è parlato anche all’estero…
di Paolo Deotto
I nostri lettori conoscono la vicenda del prof. Giorgio Nadali, insegnante di religione al Liceo Cardano di Milano, finito al centro di una polemica suscitata da Repubblica, che in un articolo parlava di studentesse “scioccate” (particolare inventato) dalla visione in aula del famoso video “L’urlo silenzioso”, nel quale vengono mostrate dal vivo alcune fasi di un aborto.
L’articolo su Repubblica mise in moto un curioso meccanismo di piena collaborazione e insolita tempestività tra l’autorità religiosa, rappresentata dalla Diocesi ambrosiana, competente all’abilitazione degli insegnanti di religione cattolica, e l’autorità civile, rappresentata dal preside del Liceo Cardano.
Per rileggere le varie tappe della vicenda basta riprendere gli articoli a suo tempo pubblicati su Riscossa Cristiana.
Stamane (9 febbraio) abbiamo appreso che la Curia, a firma del Vicario episcopale Mons. Tremolada, ha respinto il ricorso che il prof. Nadali aveva presentato contro il provvedimento di revoca all’abilitazione all’insegnamento, rendendo così definitiva tale revoca.
Abbiamo letto la comunicazione di Mons. Tremolada e la lettura non ha fatto altro che confermare tutte le perplessità che da subito avevamo espresso in merito a questa vicenda.
Tralasciamo una prima affermazione, in cui il firmatario della lettera della Curia si preoccupa di far notare che sono stati rispettati i termini di legge per la risposta al ricorso, essendo gli stessi prolungati per i giorni di chiusura natalizia degli uffici della Curia milanese. La sostanza di questa vicenda è ben più importante di sterili precisazioni sul rispetto dei tempi burocratici.
Venendo alla sostanza, si scopre che è proprio questa che manca. Viene ribadito quanto già aveva affermato il Servizio Insegnamento Religione Cattolica, ossia che il video in questione è solamente “uno degli elementi presi in considerazione” per revocare l’abilitazione all’insegnamento. Si fa riferimento ad “elementi che Lei ben conosce e che riguardano tutti gli anni del suo insegnamento”. Ci si guarda bene però dallo specificare quali siano tali “elementi”, che devono evidentemente essere di alta gravità, per provocare addirittura la revoca all’insegnamento. Ma qui, come suol dirsi, il cane si morde la coda, perché se esistevano elementi così gravi, come mai la Curia ha permesso a un insegnante di andare avanti per ben ventisei anni – dicasi ventisei – senza mai sentirsi in dovere di aprire procedimenti disciplinari di alcun tipo?
Si afferma che il competente servizio della Curia ha “tenuto aperto il dialogo in ogni momento del suo insegnamento”.
E allora torniamo al discorso di prima: un dialogo evidentemente aperto da 26 anni, senza che mai si rendessero necessari provvedimenti disciplinari, come mai solo ora si conclude con la revoca dell’abilitazione, in conseguenza di una presunta incapacità didattica? Se ne potrebbe dedurre che non ci siano stati né dialogo né vigilanza, ma soprattutto che non ci siano mai stati motivi per censurare l’operato del prof. Nadali.
Comunque il discorso sul video viene ripreso per contestare al professore il fatto di averlo fatto vedere agli alunni (giovani sui 16 – 17 anni) senza il consenso delle famiglie. Questo fatto era già accaduto, lo scorso anno scolastico, ad opera dello stesso insegnante nella stessa scuola e ad opera di molti altri insegnanti in tante altre scuole, senza mai suscitare provvedimenti da parte della Curia.
Ora, se vogliamo credere alle fiabe possiamo credere che solo per pura coincidenza il provvedimento di sospensione, e poi di revoca, del prof. Nadali, è stato preso poco dopo la pubblicazione dell’articolo di Repubblica. Il dato di fatto indiscutibile è comunque questo: questo video è già stato proiettato in tante altre scuole e non solo dal prof. Nadali, ma anche da altri insegnanti di religione cattolica. Solo in questo caso però è intervenuta Repubblica, e la Curia si è improvvisamente risvegliata.
Tutte coincidenze? Ma allora, se coincidenze sono state, perché Mons. Tremolada non specifica quei misteriosi “elementi che lei ben conosce”?
Se Mons. Tremolada facesse queste meritorie specifiche – ma evidentemente non è in grado di farle – potrebbe spazzare via le pesanti ombre che gravano a questo punto sulla Curia milanese. Infatti anche l’osservatore più disattento può notare che:
Repubblica protesta; la Curia subito risponde. Se Repubblica non avesse parlato di quel famoso video, non avesse inventato di sana pianta lo “choc” subito da delicate studentesse, la Curia cosa avrebbe fatto? È verosimile pensare che non avrebbe fatto nulla.
A questo punto sembra che la preoccupazione maggiore della Curia sia quella di non aver seccature con le autorità scolastiche. Il prof. Nadali voleva far capire bene ai suoi allievi la gravità dell’aborto, e tra le altre cose ha fatto uso anche di quel video. Ora, la posizione della Chiesa non è forse di assoluta condanna dell’aborto? E qui invece vediamo la Curia agire tempestivamente dopo che un insegnante ha “disturbato” su un tema così scottante, visto che l’aborto viene ormai considerato un “diritto” indiscutibile della donna.
Repetita iuvant: è inutile che la Curia adesso invochi anche presunte incapacità didattiche del prof. Nadali. Invocandole fa una pessima figura, perché evidentemente questo insegnante così incapace ha potuto imperversare a scuola per ben ventisei anni! E allora, la vigilanza della Curia come funziona? Solo su segnalazione di “Repubblica”?
Nel frattempo la vicenda ha superato i confini nazionali: https://www.lifesitenews.com/news/milan-archdiocese-sacks-religion-teacher-after-he-showed-students-pro-life – https://www.facebook.com/CatholicToday1/posts/850990304923659:0 – http://voxcantor.blogspot.it/2014/12/milanese-curia-strips-catholic-teacher.html.
Con quale giovamento in termini di “immagine” per la più importante Diocesi del mondo, è facile capire…
E per chiudere vorremmo sottolineare che il prof. Giorgio Nadali aveva scritto personalmente al Card. Scola. Era una lettera assolutamente rispettosa, da buon cattolico. È davvero un peccato che il Cardinale non abbia ritenuto di dar personalmente alcun riscontro al prof. Nadali, che tra l’altro chiedeva anche un incontro.
Vorremmo sottolineare anche che in passato alcune lamentele pervenute riguardavano proprio il fatto che il prof. Nadali ribadiva il Magistero della chiesa, in particolare per le delicate questioni morali e bioetiche. Mai la Curia ha ricevuto lamentele per comportamenti censurabili del prof. Nadali. E qui torniamo al discorso di prima: perché Mons. Tremolada non si sente in dovere di specificare con chiarezza quei misteriosi “elementi che Lei ben conosce”? Perché in ventisei anni di insegnamento il prof. Nadali non ha mai subito alcun provvedimento disciplinare? Perché solo ora si scoprono le sue “colpe”, senza peraltro specificarle? Come si vede, si continua a ruotare sulle stesse domande, che non hanno risposta. E allora si ritorna inevitabilmente a una considerazione legittima: le risposte non vengono date, perché non ci sono.
Guardando ai dati di fatto, che sono gli unici che contano, possiamo solo dedurre che il prof. Nadali era un gran seccatore, che ha rotto l’armoniosa “collaborazione Chiesa – mondo”. Ha voluto spiegare con decisione e chiarezza che l’aborto è un male e in tal modo ha disturbato il quieto vivere. E ora si trova inabilitato, dopo ventisei anni, all’insegnamento della religione cattolica.
Una vecchia massima, che non appartiene certo alla tradizione cattolica, bensì a quella leninista, recita che bisogna “colpirne uno per educarne cento”.
Gli insegnanti di religione sono avvertiti: state buoni, volate basso, tirate a campare e avrete vita tranquilla. Ma se invece vorrete insistere sull’insegnamento che la Chiesa ha sempre dato, specie sui temi più scottanti, quali quelli morali e bioetici, andate a scuotere gli splendidi equilibri che sembrano diventati ormai primari in una Chiesa che non parla più di peccato, non parla più di morale, perché questi argomenti sono troppo “scottanti”.
In Sicilia una certa società “onorata”, ma non molto, ammoniva che “chi è cieco, sordo e tace, vive cent’anni in pace”.
Siamo davvero edificati.
Dopo la pubblicazione, su Riscossa Cristiana di lunedì 9 febbraio, dell’articolo con cui comunicavamo che la Curia di Milano aveva respinto il ricorso contro il ritiro dell’abilitazione all’insegnamento della religione cattolica, il prof. Giorgio Nadali ci ha inviato questa lettera, che volentieri pubblichiamo:

Cari amici di Riscossa Cristiana,
Grazie a tutti di cuore della vostra solidarietà. Ho letto i vostri commenti. Comprendo la vostra indignazione, ma dobbiamo mettere da parte il rancore e leggere questi eventi come un segno dei tempi e uno stimolo a migliorare la Chiesa. Come ha ricordato Papa Francesco di recente, le Curie sono malate di “Alzheimer spirituale”. Oggi è la giornata del malato e la Madonna di Lourdes. Affidiamo quindi a Lei e a Dio la Chiesa malata dei quindici mali che il Papa ha lamentato. Tra questi c’è la burocrazia, che prende il posto del cuore, del buon senso e della carità cristiana. Le persone agiscono secondo coscienza pensando di fare il loro bene. Anche chi mi ha attaccato e ha voluto vigliaccamente farmi licenziare, ha pensato che fosse un bene per la scuola (e per a Chiesa) mettermi a tacere. Molte volte la voce dei valori cristiani è scomoda. “Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte” voglio dire con San Paolo. Non dovete parlare male dei Vescovi. Loro agiscono secondo la loro coscienza e ne rispondono a Dio. “Egli scruta l’abisso e il cuore e penetra tutti i loro segreti”, come dice la Scrittura. “Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio”, ci ricorda San Giovanni. Come sapete, in queste vicende il mio cuore non mi rimprovera nulla. Non ho nulla da nascondere. Ho sempre difeso la dottrina della Chiesa e il suo Magistero, anche quando ho ritenuto di mostrare cosa sia la tragedia dell’aborto, prendendo venti minuti alle lezioni teoriche delle schede di bioetica che io ho prodotto per loro. Ho chiesto ai nove studenti, che hanno anche molto insistito per la visione. C’era un buon rapporto, così come per gli altri ottanta delle altre classi, con i quali avevo impostato un buon lavoro. Dio mi è testimone di questo. A me basta e anche loro lo sanno bene. Durante la visione e la lezione successiva il clima in classe era sereno. Ma evidentemente qualcuno ha voluto diversamente. Viene quasi da pensare alle parole del Vangelo – che sempre deve orientare le nostre scelte – “Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo”. Un nemico che aveva paura della voce di un docente onesto e appassionato del suo lavoro educativo per migliaia di studenti in un quarto di secolo. Come sapete, a volte è difficile accontentare tutti e nelle mie scelte ho sempre dato la precedenza alla Parola di Dio e all’insegnamento della Chiesa. Per cui ho avuto sì vari episodi di contestazione per le mie scelte didattiche, mai per la mia condotta. Questi attacchi (che io conosco bene, come mi scrivono) sono sempre stati generati da un’intolleranza ai contenuti e ai valori espressi e questo è provato dai documenti che la Curia mi ha fatto visionare e che io già conoscevo. Ma come sapete, bisogna sempre agire “non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori” come scrive San Paolo. La Curia ha scelto di non difendere gli insegnanti di religione, qualora il mondo li attacchi, a ragione o a torto, come nel mio caso. La parola d’ordine è “niente grane”. È una scelta. Giudicatela voi. Per cui – in caso di contestazioni – tutti i docenti di religione devono sapere di poter patire il “fuoco amico” non contare su chi li manda in prima linea. Da oggi la questione è ancora più chiara. Come è chiaro che parlare coraggiosamente di certi argomenti è molto rischioso. Da oggi l’ora di religione non sarà più la stessa. Sono contento che altri colleghi della materia non abbiano subìto questi attacchi. Le situazioni, le scuole e le classi sono molto diverse e andrebbe forse verificato – lo dico senza malizia – cosa effettivamente faccia (o non faccia) un docente di religione in classe. Personalmente non penso, e ho potuto confrontarmi con altri docenti in Italia, che un lavoro di qualità non possa mai portare ad uno scontro con un’ideologia che non ci tollera. Soprattutto a Milano e in altri grandi centri urbani del Nord Italia, il docente di religione è il simbolo dell’ingerenza della Chiesa, che lavora in un ambiente potenzialmente ostile e a forte maggioranza di visione politica anticattolica. Sempre. Bisogna vedere se poi riesce a mediare (o scendere a compromessi) tra ciò che insegna – se lo insegna veramente – come lo fa e l’ambiente dove lavora. Nessuno verifica in classe cosa faccia, a meno di lamentele per essere troppo coerente con il Magistero della Chiesa su certi temi scottanti e tabù. Aborto, gender, eutanasia, ecc. I colleghi sono avvisati. È sempre meglio fare vedere un filmetto neutrale e divertente o parlare del più e del meno per tirare la fine dell’ora. Per il resto ci vuole molto, troppo coraggio (che secondo alcuni è incoscienza, certo). Il “coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui”, direbbe San Paolo. Perdonatemi se cito ancora la Parola di Dio in San Giovanni: “Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore”. Per fare questo ci vuole molto coraggio. Non penso che sia un problema di abilità didattica e pedagogica, ma chi ha dovuto giudicare, ha ritenuto diversamente e io lo rispetto e lo affido a Dio. Sono sicuro che chi ha preso il mio posto (anche se non si è mai fatto vivo con me) farà del suo meglio. Gli auguro un buon lavoro sereno, confidando che potrà fare meglio di quanto ho fatto io. Anche ai miei alunni – se ci leggono – lasciatemi estendere un grande abbraccio. La migliore lezione di religione che hanno avuto è quella nata da queste vicende, se le hanno comprese nella verità, non troppo manipolati da chi non vuole il loro bene. Ragazzi, le mie lezioni non sono finite . Si trasformano per il “pubblico” molto più vasto dei media, giornali, televisione e libri. Certo, anche di Facebook, visto che mi hanno contestato pure le foto sorridenti con loro in classe. Di certo nessuno avrebbe fatto foto sorridenti col povero preside, che sul suo profilo di Badoo ”cerca amici”, che gli auguro, soprattutto dopo le sue passate tristi vicende del liceo di Varese. Di questa storia e lezione di vita tutti conosceranno i risvolti e i retroscena e lo dico ancora senza malizia e rancore, credetemi. Ho la certezza nella fede che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno”. (Scusate, sono un “fan” di San Paolo). Un fariseo, che si è convertito, però! Grande! È bello quando i farisei di tutti i tempi si convertono. Non saranno più “razza di vipere”, come li chiamava Gesù. Proprio chi mi aveva dato l’idoneità ad insegnare religione soleva distinguere da una morale rabbinica (basata solo sulla legge, quella che mi ha giudicato) dalla morale paolina (basata sui valori). Era il Cardinale Carlo Maria Martini. Lui aveva firmato personalmente la mia idoneità. Invece la mia revoca non è stata firmata dal Cardinale Scola, che non ha voluto assumersi questa responsabilità. A lui va comunque la mia stima e la mia preghiera. Di certo avremo presto altre occasioni più mediatiche e per lui prestigiose per incontrarci (non per scontrarci). Vi prego, rispettate sempre i vescovi e i vostri pastori. Pregate per loro! Non voglio annoiarvi ancora. Sappiate solo che io ho sempre agito nella scuola con coscienza pulita. Mai un ritardo, un’assenza (grazie a Dio) o un richiamo disciplinare. Ho sempre seguito il monito di Sant’Agostino (altro convertito eccellente) per il mio insegnamento: “Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente”. “La vera educazione deve essere un’educazione alla critica” – come diceva Don Luigi Giussani, di cui il Cardinale Scola è seguace (?). Potete capire che questo porta inevitabilmente allo scontro con chi non vede di buon occhio la nostra presenza nella scuola, oppure non capisce la nostra buona fede nel volere trasmettere o testimoniare i valori in cui crediamo, oppure si sente – nostro malgrado – giudicato da questi stessi valori che non vive. In questo caso particolare sono stato accusato di aver escluso i genitori degli alunni che avevano scelto con loro di seguire le mie lezioni di religione, dalla scelta di poter visionare o no un video che spiega cosa sia l’interruzione volontaria di gravidanza, prima di poter formulare un qualsiasi giudizio etico. Sono un “caso grave”, come ha voluto bonariamente e caritatevolmente definirmi la Curia su Internet. (Il vicario episcopale ha autorizzato gli insulti. Imprimatur). Vorrà dire che passeremo da Rota alla Sacra Rota. D’accordo, di questo pago il prezzo e saranno finalmente soddisfatti coloro che mi hanno voluto fuori della scuola. Tuttavia forse queste persone non condividono la fede che ci fa credere che l’ultima parola nelle vicende dei figli di Dio, non ce l’hanno loro, ma Dio stesso, che permette (ma non vuole) le nostre croci e le trasforma sempre – prima o poi – in un trampolino di lancio per fare ancora di più e meglio con il suo favore e la sua benedizione. Ad aprile vi aspetto in libreria per le prime mille copie del libro che parlerà di questa e altre vicende analoghe. L’editore è il Prof. Giovanni Zenone (“Fede & Cultura”), che ha subito un’altra ingiustizia. Non l’ho scritto nel rancore – credetemi – ma nella preghiera. Una parte dei profitti andrà in beneficienza. Ve lo prometto. Non siate preoccupati per me, per chi ha espresso questo sentimento. Dio ha già da ora (e lo aveva anche prima) un piano molto preciso e bellissimo per me e questo mi permetterà anche di mangiare (e non solo) ogni tanto. Vi aspetto ogni settimana anche in edicola su diverse riviste nazionali, anche cattoliche. Non mancate! Grazie anche a “Riscossa Cristiana” per la sua solidarietà e agli altri media, anche esteri, che mi hanno fatto un’enorme pubblicità gratuita. Al giorno d’oggi è un gran risparmio e il mio ufficio stampa costa! Chi ha voluto sbattere la faccenda sui giornali mi ha fatto un favore, ma forse non voleva! Ops! Un abbraccio virtuale a tutti, anche agli alunni, pastori e genitori che mi hanno “tradito in buona fede”. Che Dio vi illumini il cuore e la mente e vi ricolmi tutti e sempre del suo favore e della sua benedizione. Mi raccomando, una riscossa cristiana ferma e decisa, ma non violenta! La storia (della Chiesa) giudicherà. Scrivetemi! Io non sono un cardinale e mi degno di rispondere sempre a tutti. “Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”. (Romani 12,12).
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI
GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-Lourdes-Fatima-ANCONA-MEDJUGORJE
NELLA PROSPETTIVA DEL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA 
ANCONA, CITTA' DELLA FEDE, ED I SUOI SANTI
Ancona è ricca di testimonianze religiose davvero rare, al punto da essere definita "Città della Fede", per il motivo di essere stata tra le primissime città al mondo a ricevere, ad abbracciare ed a diffondere la Fede Cristiana, circa nell'anno 35, proprio immediatamente dopo la Morte e la Risurrezione di Gesù Cristo. Le storie di molte reliquie e di molti Santi legati alla città sono state raccolte - e indicate con il collegamento in Internet - nel Calendario 2015 di Tele Maria - Scarica e diffondi liberamente in Internet (Siti, Facebook, Twitter, Linkedin, ecc,) il Calendario 2015 di Tele Maria dall'indirizzo:
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