I SEGNI E I MESSAGGI DIVINI
ATTRAVERSO I MIRACOLI

IL MIRACOLO DI SAN GENNARO - IL MIRACOLO DELLA SANTA CASA
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Tele Maria
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Notiziario periodico di Tele Maria /16-2015
Ancona, domenica 22 marzo 2015
A cura del Prof. Giorgio Nicolini - Tel,/Fax 071.83552 - Cell. 339.6424332
Posta Elettronica: direttore@telemaria.it - Sito Internet: www.lavoce.an.it
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In occasione della visita del Papa a Napoli 
I MIRACOLI: SEGNI E MESSAGGI DIVINI
IL SANGUE DI SAN GENNARO SCIOLTO PER META'

Sciolto il sangue di San Gennaro durante la visita del Papa nel Duomo di Napoli.
Papa Francesco ha preso in mano e ha baciato l’ampolla delle reliquie con il sangue di San Gennaro, esposte sull’altare. E si è verificato in via straordinaria il «prodigio» dello scioglimento del sangue di San Gennaro, che di solito si ripete solo per la sua festa il 19 settembre, il sabato precedente la prima domenica di maggio e il 16 dicembre. Il sangue non si era sciolto nelle visite di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. In questo caso il sangue di San Gennaro si è sciolto per metà. A dare l’annuncio è stato il cardinale Sepe dopo che il Pontefice aveva preso la teca nelle sue mani. «Il sangue si è sciolto a metà», ha detto Sepe. È la prima volta che accade nelle mani di un Pontefice. «Il vescovo ha detto che il sangue è metà sciolto: si vede che il santo ci vuole bene a metà, dobbiamo convertirci un po’ tutti perché ci voglia più bene», ha detto Bergoglio, commentando in Duomo la ripetizione del “miracolo” di San Gennaro.
Dal Magistero di Benedetto XVI
 “Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini”
CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA CON I MEMBRI DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA
OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Cappella Paolina del Palazzo Apostolico Vaticano
Giovedì, 15 aprile 2010


Cari fratelli e sorelle,
     non ho trovato il tempo di preparare una vera omelia. Vorrei soltanto invitare ciascuno alla personale meditazione proponendo e sottolineando alcune frasi della Liturgia odierna, che si offrono al dialogo orante tra noi e la Parola di Dio. La parola, la frase che vorrei proporre alla comune meditazione è questa grande affermazione di san Pietro: “Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini” (At 5,29). San Pietro sta davanti alla suprema istituzione religiosa, alla quale normalmente si dovrebbe obbedire, ma Dio sta al di sopra di questa istituzione e Dio gli ha dato un altro “ordinamento”: deve obbedire a Dio.  L’obbedienza a Dio è la libertà, l’obbedienza a Dio gli dà la libertà di opporsi all’istituzione.
     E qui gli esegeti attirano la nostra attenzione sul fatto che la risposta di san Pietro al Sinedrio è quasi fino ad verbum identica alla risposta di Socrate al giudizio nel tribunale di Atene. Il tribunale gli offre la libertà, la liberazione, a condizione però che non continui a ricercare Dio. Ma cercare Dio, la ricerca di Dio è per lui un mandato superiore, viene da Dio stesso.  E una libertà comprata con la rinuncia al cammino verso Dio non sarebbe più libertà. Quindi deve obbedire non a questi giudici – non deve comprare la sua vita perdendo se stesso – ma deve obbedire a Dio. L’obbedienza a Dio ha il primato.
     Qui è importante sottolineare che si tratta di obbedienza e che è proprio l’obbedienza che dà libertà. Il tempo moderno ha parlato della liberazione dell’uomo, della sua piena autonomia, quindi anche della liberazione dall’obbedienza a Dio. L’obbedienza non dovrebbe più esserci, l’uomo è libero, è autonomo: nient’altro. Ma questa autonomia  è una menzogna: è una menzogna ontologica, perché l’uomo non esiste da se stesso e per se stesso, ed è anche una menzogna politica e pratica,  perché la collaborazione, la condivisione della libertà è necessaria. E se Dio non esiste, se Dio non è un’istanza accessibile all’uomo, rimane come suprema istanza solo il consenso della maggioranza. Di conseguenza, il consenso della maggioranza diventa l’ultima parola alla quale dobbiamo obbedire. E questo consenso — lo sappiamo dalla storia del secolo scorso — può essere anche un “consenso nel male”.
     Così vediamo che la cosiddetta autonomia non libera veramente l’uomo. L’obbedienza verso Dio è la libertà, perché è la verità, è l’istanza che si pone di fronte a tutte le istanze umane. Nella storia dell’umanità queste parole di Pietro e di Socrate sono il vero faro della liberazione dell’uomo, che sa vedere Dio e, in nome di Dio, può è deve obbedire non tanto agli uomini, ma a Lui e liberarsi, così, dal positivismo dell’obbedienza umana. Le dittature sono state sempre contro questa obbedienza a Dio. La dittatura nazista, come quella marxista, non possono accettare un Dio che sia al di sopra del potere ideologico; e la libertà dei martiri, che riconoscono Dio, proprio nell’obbedienza al potere divino, è sempre l’atto di liberazione nel quale giunge a noi la libertà di Cristo.
     Oggi, grazie a Dio, non viviamo sotto dittature, ma esistono forme sottili di dittatura: un conformismo che diventa obbligatorio, pensare come pensano tutti, agire come agiscono tutti, e le sottili aggressioni contro la Chiesa, o anche quelle meno sottili, dimostrano come questo conformismo possa realmente essere una vera dittatura. Per noi vale questo: si deve obbedire più a Dio che agli uomini. Ma ciò suppone che conosciamo veramente Dio e che vogliamo veramente obbedire a Lui. Dio non è un pretesto per la propria volontà, ma è realmente Lui che ci chiama e ci invita, se fosse necessario, anche al martirio. Perciò, confrontati con questa parola che inizia una nuova storia di libertà nel mondo, preghiamo soprattutto di conoscere Dio, di conoscere umilmente e veramente Dio e, conoscendo Dio, di imparare la vera obbedienza che è il fondamento della libertà umana.
     Scegliamo una seconda parola dalla Prima Lettura: san Pietro dice che Dio ha innalzato Cristo alla sua destra come capo e salvatore (cfr v. 31). Capo è traduzione del termine greco archegos, che implica una visione molto più dinamica: archegos è colui che mostra la strada, che precede, è un movimento, un movimento verso l’alto. Dio lo ha innalzato alla sua destra – quindi parlare di Cristo come archegos vuol dire che Cristo cammina avanti a noi, ci precede, ci mostra la strada. Ed essere in comunione con Cristo è essere in un cammino, salire con Cristo, è sequela di Cristo, è questa salita in alto, è seguire l’archegos, colui che è già passato, che ci precede e ci mostra la strada.
     Qui, evidentemente, è importante che ci venga detto dove arriva Cristo e dove dobbiamo arrivare anche noi: hypsosen – in alto – salire alla destra del Padre. Sequela di Cristo non è soltanto imitazione delle sue virtù, non è solo vivere in questo mondo, per quanto ci è possibile, simili a Cristo, secondo la sua parola, ma è un cammino che ha una meta. E la meta è la destra del Padre. C’è questo cammino di Gesù, questa sequela di Gesù che termina alla destra del Padre. All’orizzonte di tale sequela appartiene tutto il cammino di Gesù, anche l’arrivare alla destra del Padre.
     In questo senso la meta di questo cammino è la vita eterna alla destra del Padre in comunione con Cristo. Noi oggi abbiamo spesso un po’ paura di parlare della vita eterna. Parliamo delle cose che sono utili per il mondo, mostriamo che il Cristianesimo aiuta anche a migliorare il mondo, ma non osiamo dire che la sua meta è la vita eterna e che da tale meta vengono poi i criteri della vita. Dobbiamo capire di nuovo che il Cristianesimo rimane un “frammento” se non pensiamo a questa meta,  che vogliamo seguire l’archegos all’altezza di Dio, alla gloria del Figlio che ci fa figli nel Figlio e dobbiamo di nuovo riconoscere che solo nella grande prospettiva della vita eterna il Cristianesimo rivela tutto il senso. Dobbiamo avere il coraggio, la gioia, la grande speranza che la vita eterna c’è, è la vera vita e da questa vera vita viene la luce che illumina anche questo mondo.
     Se si può dire che, anche prescindendo dalla vita eterna, dal Cielo promesso, è meglio vivere secondo i criteri cristiani, perché vivere secondo la verità e l’amore, anche se sotto tante persecuzioni, è in sé stesso bene ed è meglio di tutto il resto, è proprio questa volontà di vivere secondo la verità e secondo l’amore che deve anche aprire a tutta la larghezza del progetto di Dio con noi, al coraggio di avere già la gioia nell’attesa della vita eterna, della salita seguendo il nostro archegos.  E Soter è il Salvatore, che ci salva dall’ignoranza, cerca le cose ultime. Il Salvatore ci salva dalla solitudine, ci salva da un vuoto che rimane nella vita senza l’eternità, ci salva dandoci l’amore nella sua pienezza. Egli è la guida. Cristo, l’archegos, ci salva dandoci la luce, dandoci la verità, dandoci l’amore di Dio.
     Poi soffermiamoci ancora su un versetto: Cristo, il Salvatore, ha dato a Israele conversione e perdono dei peccati (v. 31) – nel testo greco il termine è metanoia – ha dato penitenza e perdono dei peccati.  Questa per me è un’osservazione molto importante: la penitenza è una grazia. C’è una tendenza in esegesi che dice: Gesù in Galilea avrebbe annunciato  una grazia senza condizione, assolutamente incondizionata, quindi anche senza penitenza, grazia come tale, senza precondizioni umane. Ma questa è una falsa interpretazione della grazia. La penitenza è grazia; è una grazia che noi riconosciamo il nostro peccato, è una grazia che conosciamo di aver bisogno di rinnovamento, di cambiamento, di una trasformazione del nostro essere. Penitenza, poter fare penitenza, è il dono della grazia. E devo dire che noi cristiani, anche negli ultimi tempi, abbiamo spesso evitato la parola penitenza, ci appariva troppo dura. Adesso, sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo che poter fare penitenza è grazia. E vediamo che è necessario far penitenza, cioè riconoscere quanto è sbagliato nella nostra vita, aprirsi al perdono, prepararsi al perdono, lasciarsi trasformare. Il dolore della penitenza, cioè della purificazione, della trasformazione, questo dolore è grazia, perché è rinnovamento, è opera della misericordia divina. E così queste due cose che dice san Pietro — penitenza e perdono — corrispondono all’inizio della predicazione di Gesù: metanoeite, cioè convertitevi (cfr Mc 1,15).  Quindi questo è il punto fondamentale: la metanoia non è una cosa privata, che parrebbe sostituita dalla grazia, ma la metanoia è l’arrivo della grazia che ci trasforma.
     E infine una parola del Vangelo, dove ci viene detto che chi crede avrà la vita eterna (cfr Gv 3,36). Nella fede, in questo “trasformarsi” che la penitenza dona, in questa conversione, in questa nuova strada del vivere, arriviamo alla vita, alla vera vita. E qui mi vengono in mente due altri testi. Nella “Preghiera sacerdotale” il Signore dice: questa è la vita, conoscere te e il tuo consacrato (cfr Gv 17,3). Conoscere l’essenziale, conoscere la Persona decisiva, conoscere Dio e il suo Inviato è vita, vita e conoscenza, conoscenza di realtà che sono la vita. E l’altro testo è la risposta del Signore ai Sadducei circa la Risurrezione, dove, dai libri di Mosè, il Signore prova il fatto della Risurrezione dicendo: Dio è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe (cfr Mt 22,31-32; Mc 12,26-27; Lc 20,37-38). Dio non è Dio dei morti. Se Dio è Dio di questi, sono vivi. Chi è scritto nel nome di Dio partecipa alla vita di Dio, vive. E così credere è essere iscritti nel nome di Dio. E così siamo vivi. Chi appartiene al nome di Dio non è un morto, appartiene al Dio vivente. In questo senso dovremmo capire il dinamismo della fede, che è un iscrivere il nostro nome nel nome di Dio e così un entrare nella vita.
     Preghiamo il Signore perché questo succeda e realmente, con la nostra vita, conosciamo Dio, perché il nostro nome entri nel nome di Dio e la nostra  esistenza diventi vera vita: vita eterna, amore e verità.


TRIDUO DELL’ANNUNCIAZIONE

1. O Maria, l’Eterno ti volle Vergine Purissima nel corpo e nell’anima, per riscattare l’impudicizia che fece cadere Eva dal Paradiso terrestre: ottieni a noi, indegni tuoi figli, di imitare la tua angelica Purezza e di ringraziare la Santissima Trinità di averti donato a noi come esempio.
Gloria al Padre...
2. O Maria, l’Eterno ti volle Sposa a Giuseppe di Nazareth perché tu con la tua castità potessi riscattare il matrimonio, insozzato dalla colpa di lussuria dei progenitori: ottieni a noi, indegni tuoi figli, di imitare la tua castità coniugale e di ringraziare la Santissima Trinità di averti donato a noi come esempio.
Gloria al Padre...
3. O Maria, l’Eterno ti volle Madre del Suo Unigenito perché anche questo legame fosse santificato dalla Grazia Divina: ottieni a noi, tuoi indegni figli, di imitare la tua Sapienza illuminata dallo Spirito Santo e di ringraziare la Santissima Trinità di averti dato a noi come esempio.
Gloria al Padre...

PREGHIAMO: O Padre, che in Maria, nuova Eva, hai donato al mondo la possibilità di rialzarsi dopo la colpa dei progenitori, dona a noi la Sua stessa pronta ubbidienza alla Tua Volontà, e donaci di poter come Lei essere sempre portatori di Gesù per ogni fratello. Te lo chiediamo per i meriti infiniti di Gesù e di Maria. Amen.
Salve Regina...
(da ripetere per tre giorni consecutivi: 22-23-24 marzo)

LA SANTA CASA

LE MIRACOLOSE TRASLAZIONI
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH


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Le principali documentazioni storiche che comprovano la “veridicità storica” di “almeno” cinque “traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth, avvenute tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia, dal 9-10 maggio 1291 al 9-10 dicembre 1294), ad Ancona (località Posatora, nel 1295, per nove mesi), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto”, il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta” (dal dicembre 1295 all'agosto 1296, per otto mesi); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano o Monte Prodo (dall'agosto al dicembre 1296, per quattro mesi) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica (dicembre 1296).

Affinché per l'incuria degli uomini,
che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo
di un fatto così meraviglioso"

(Beato Giovanni Battista Spagnoli, detto "il Mantovano")
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Domenica IV di Quaresima - Dalla Prima Lettura (2^Cr 36,14-16.19-23)
In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme. Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Quindi [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi.
PAROLE PROFETICHE DI SAN PIO DA PIETRELCINA
Particolarmente importanti e profetiche le espressioni di Padre Pio da Pietrelcina che, in un pubblico ammonimento ai suoi figli spirituali nel 1963 diceva: «Causa l’ingiustizia dilagante e l’abuso di potere, siamo giunti al compromesso col materialismo ateo, negatore dei diritti di Dio. Questo è il castigo preannunciato a Fatima… Tutti i sacerdoti che sostengono la possibilità di un dialogo coi negatori di Dio e coi poteri luciferini del mondo, sono ammattiti, hanno perduto la fede, non credono più nel Vangelo! Così facendo tradiscono la parola di Dio, perché Cristo venne a portare sulla terra perpetua alleanza solamente agli uomini di cuore, ma non si alleò cogli uomini assetati di potere e di dominio sui fratelli… Il gregge è disperso quando i pastori si alleano con i nemici della Verità di Cristo. Tutte le forme di potere fatte sorde al volere dell’autorità del cuore di Dio sono lupi rapaci che rinnovano la passione di Cristo e fanno versare lacrime alla Madonna…»
(pubblicato in “Avvenire” del 19 agosto 1978)
L'APOSTASIA LAURETANA DALLA VERITA'
SU RICHIESTA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
UNA RELAZIONE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI AL CARD. GERHARD LUDWIG MULLER

LA DENUNCIA CANONICA PER IL DELITTO DI FALSO PER LA OSTINATA E DISSACRANTE APOSTASIA LAURETANA
A SEGUITO DELLA PUBBLICAZIONE DI UN NUOVO LIBRO DEL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI
CON REITERATE INVENZIONI E FALSIFICAZIONI STORICHE

Em.mo Signor Card. GERHARD LUDWIG MULLER
Congregazione per la Dottrina della Fede
Palazzo del Sant’Uffizio, 11 - 00120 CITTA’ DEL VATICANO

 
RACCOMANDATA A.R. -
– Anticipata Via Fax al n.06.69883409

 
OGGETTO: Richiesta di informazione e/o correzione di una pubblicazione ufficiale del Vescovo di Loreto riguardo ad una asserita - ma inverosimile! – dichiarazione della “Congregazione per la Dottrina della Fede”, la quale, interpellata, avrebbe “confermato” – a detta del Vescovo di Loreto - che “non esiste un pronunciamento che possa permettere di indicare il trasporto angelico della Santa Casa come definito dal Magistero ordinario e straordinario della Chiesa”, in macroscopica contraddizione con tutte le innumerevoli dichiarazioni pontificie, solenni e inequivocabili, emesse per sette secoli.   
Il testo originale è prelevabile cliccando
QUI -

Prof.
GIORGIO NICOLINI -
Tel./Fax 071.83552 – Cell. 339.6424332 - Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it
LA DENUNCIA CANONICA
PER IL "DELITTO DI FALSO"

Ecc.za Rev.ma Mons. EDOARDO MENICHELLI
Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo
Piazza del Senato, 7 - 60121 ANCONA


OGGETTO: La storia delle “Miracolose traslazioni” e il culto della Santa Casa di Nazareth a Loreto – Richiesta di apertura procedura canonica per “delitto di falso” (can. 1391) riguardo alla “questione lauretana”. Con rif. al Prot. n.241/06 di Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona, e con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”.

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UNA STRAORDINARIA ED UNICA
DOCUMENTAZIONE STORICA


Da questo numero de LA VOCE CATTOLICA saranno pubblicati i numeri del mensile L'ECO DELLA SANTA CASA DI LORETO (oggi denominato IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA), a partire dal primo numero, uscito il 7 maggio 1881.
I TENTATIVI DI RIPRISTINO DELLA VERITA' NELLA BASILICA PONTIFICIA DI LORETO
LA LETTERA A MONS. ANGELO COMASTRI

QUANDO ERA ARCIVESCOVO DI LORETO

Questo Santuario era stato voluto e costruito dalla Santa Madre Chiesa letteralmente come “una fortezza”, proprio per “difendere” non solo “il tesoro unico” che custodisce, ma insieme anche “la testimonianza” della “miracolosità” della sua origine e della sua storia, e permetterne così una più efficace fruizione e funzione salvifica: a gloria di Dio, della Vergine Immacolata e a salvezza delle anime. Non è onesto, perciò, non è lecito “sconfessare” da taluni proprio “dall’interno” del Santuario ciò che la Chiesa ha costruito ed istituito per valorizzare e difendere non solo “la Santa Casa stessa” ma proprio anche ciò che la Chiesa ha dichiarato “essere VERO” a riguardo di essa, e cioè anche la “MIRACOLOSITA’” della Traslazione della Santa Casa, oltreché l'autenticità stessa della Santa Casa.

Ancona, 1° novembre 2004
Solennità di Tutti i Santi
Ecc.za Rev.ma e stim.ma,
     nel richiederLe umilmente, con il presente scritto, una Udienza personale per poterLe parlare direttamente, voglio anzittutto esprimerLe in anticipo il mio ringraziamento per l’opportunità che vorrà benevolmente concedermi riguardo a tale mia richiesta, ricordando al riguardo quanto insegna l’Apostolo Giovanni: “Noi dobbiamo accogliere (…) per cooperare alla diffusione della verità” (3^Gv.1,8).
     Vorrei anche subito anticiparLe e dichiararLe che si tratta di “un vero problema di coscienza”, come più avanti Le verrò ad esporre, e che personalmente non posso più eludere, e nel quale è pure Lei direttamente coinvolto, essendo proprio Lei l’attuale responsabile della Santa Casa di Nazareth custodita e venerata nel Santuario Lauretano, come anche è Lei il responsabile di tutto ciò che nel Santuario si compie e si diffonde, a voce e per scritto, riguardante sia la venerazione come anche la storia di questa Santa Casa di Maria, ove il Verbo di Dio si è incarnato nel suo grembo purissimo, al fine di realizzare e portare a compimento la Redenzione e la Salvezza Eterna di noi sue povere creature umane, peccatrici, indegne, immeritevoli e talvolta persino “ingrate” di tanti “doni” gratuitamente ricevuti.
     Dice la Scrittura: “Così è trascurato il diritto e la giustizia se ne sta lontana, la verità incespica in piazza… Così la verità è abbandonata, chi disapprova il male viene spogliato. Ha visto questo il Signore ed è male ai suoi occhi…” (Is.59,14-15). E sta anche scritto: “Voi siete miei testimoni e io sono Dio, sempre il medesimo dall'eternità. Nessuno può sottrarre nulla al mio potere; chi può cambiare quanto io faccio?…” (Is.43,12-13)… A tali parole divine verrebbe da rispondere che: “solo l’uomo può cercare di cambiare quanto Dio ha fatto”, perché è ancora scritto: “… fu gettata a terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì” (Dan.8,12). Ma la Parola divina è di conforto, perché assicura: “Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te” (Sir.4,28).
     Ecc.za amatissima, San Paolo ci insegna che “il frutto della luce consiste in ogni (…) verità” (Ef.5,9) e che bisogna vivere nella carità ma “secondo la verità”, al fine “di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo” (Ef.4,15); ed anche che solo “far conoscere la verità (…) conduce alla pietà” (Tito 1,1). Diversamente, “non far conoscere” “la verità”, provoca il “non condurre più alla pietà”, almeno a quella che si potrebbe ottenere “facendo conoscere” “la verità” come essa è realmente: cioè, la pietà senza la conoscenza della autentica verità viene inevitabilmente ad essere “indebolita” e talvolta anche “abbandonata”, arrecando danni incalcolabili alla vita spirituale delle anime.
     E’ in questo spirito che Le scrivo e Le allego alla presente lettera il testo da me composto (di 36 pagine) su “LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA DI LORETO”. Il testo è già stato pubblicato da me in Internet da un paio di mesi (ora all’indirizzo www.lavocecattolica.it/miracolosa.traslazione.htm) ed in poco più di un mese è già stato letto da quasi un migliaio di persone, di tanti luoghi diversi, anche dall’estero. Dopo la pubblicazione del testo tante persone sconosciute mi scrivono nella Posta Elettronica, esprimendomi “profonda gratitudine” e “viva gioia” per quanto ho scritto ed anche mi vengono richiesti talvolta ulteriori chiarimenti ed approfondimenti, che mi obbligano “in coscienza” a rispondere con la dovuta “chiarezza”, secondo come mi è possibile poterlo fare.
     Con questa lettera Le chiedo, perciò, umilmente e vivamente di leggere e valutare con oggettività quanto ho scritto nel testo che Le allego alla  presente lettera: non per un riguardo a me (che non ne merito alcuno), ma per riguardo al “tesoro inestimabile” che Lei, per Volontà di Dio, è stato “chiamato” dal Santo Padre a “custodire” (cioè, la Santa Casa di Maria ove il Verbo si è fatto carne) e che – dacché è giunto a Loreto – Lei richiama sempre ad amare e a venerare con tanto mirabile e attraente zelo e fervore.
     Non vi sarebbe null’altro da aggiungere a quanto già troverà scritto e potrà leggere nella mia composizione, che è stata poi una “Lettera” scritta ad un giovane che me ne aveva fatto richiesta.
     Ma qui devo esprimerLe ancora altre considerazioni rivolte a Lei “direttamente”, perché di recente è sopravvenuto un evento inatteso e non pensato a Suo riguardo. Conoscendo infatti da lungo tempo la bellezza spirituale che la Sua persona irradia e l’efficacia e la rarità che la sua testimonianza personale e la sua penetrante predicazione costituisce, anche in seno alla stessa Chiesa Universale, devo confidarLe filialmente e umilmente che è stato con vivo stupore e dolore l’aver trovato scritto e l’aver letto - nel numero di settembre/ottobre de “Il Messaggio della Santa Casa” - ciò che Lei ha pubblicato nel sottotitolo “dopo il sogno”, riguardo alla storia della “traslazione” della Santa Casa, ove presenta ai lettori la seguente spiegazione: “A Loreto, dal 1294, vengono custodite le povere pietre, che a Nazareth formavano la Casa di Maria. Furono i Crociati, con la protezione degli Angeli, a trasportare le pietre della Santa Casa di Nazareth a Loreto attraverso un lungo e avventuroso viaggio nel Mare Mediterraneo…” (n.8, p.227).
     Ecc.za Rev.ma e amatissima, me lo permetta di dirglielo subito con il cuore in mano: la Santa Casa di Nazareth è stata “trasportata” a Loreto “miracolosamente” da Dio, per il ministero degli Angeli!… I Crociati, od altri uomini, non hanno mai trasportato nessuna Santa Casa di Nazareth!…
     Queste dichiarate “ipotesi”, che ormai però sembrano assurte a “verità ufficiale” e “definitiva” nel Santuario Lauretano, al di là della sperata “buona fede” soggettiva (che può conoscere solo Dio) di chi le ha iniziate ad avanzare e purtroppo le avanza ancora, sono del tutto “errate” e quindi sono “false” e per ciò stesso sono oggettivamente “dissacranti”, sia riguardo alla storia della Santa Casa che riguardo al culto verso la Vergine Lauretana!… Queste “interpretazioni” del “trasporto umano” della Santa Casa sono sorte nell’ultimo ventennio a motivo di “improvvide” pubblicazioni fatte dal Padre Giuseppe Santarelli: ma tali interpretazioni - ripeto ancora - sono del tutto “sbagliate”, e perciò sono “false”!… Il mio scritto che Le allego glielo può dimostrare in modo chiaro e inconfutabile!…
     Innanzittutto voglio qui evidenziarLe subito che la dimostrazione più autorevole e indiscutibile è data dalla testimonianza della secolare e ininterrotta “Tradizione” (diffusa in ogni luogo), cioè da quanto è stato dichiarato e tramandato a voce da tutti “i testimoni oculari” dell’epoca; lo dimostrano poi “le testimonianze” “giurate” (cioè, chiamando Dio a “testimone” di tale “verità” dichiarata) da parte dei discendenti di alcuni degli stessi “testimoni” che all’epoca videro “davvero” - con i loro propri occhi - la Santa Casa “venire” sul mare, ma dal cielo, in “modo miracoloso”, e non con le navi!; lo dimostrano incontestabilmente le documentazioni storiografiche vastissime; lo dimostra l’archeologia, in tutti i suoi reperti e studi inconfutabili; lo dimostrano persino (e basterebbero solo queste!…) “le rivelazioni” stesse di Gesù “in persona” ai Santi (a Santa Caterina da Bologna, alla Beata Anna Caterina Emmerich, e ad altri Santi ancora); ma lo dimostra soprattutto in modo sicurissimo “l’approvazione” della Santa Madre Chiesa, attraverso i pronunciamenti dei Sommi Pontefici, che “da sempre”, “ininterrottamente”, “secolo dopo secolo”, hanno dichiarato “concordemente”, “unanimemente”, “incessantemente”,  “inequivocabilmente”, sino ai nostri giorni, la “verità storica” del “miracolo della Traslazione” della Santa Casa, da istituirne anche la festività liturgica del 10 dicembre, che commemora proprio e solo la “TRASLAZIONE MIRACOLOSA” della Santa Casa, ad opera degli Angeli di Dio!… Questa è “la sola verità” “oggettiva”!… Non ce n’è un’altra!…
     Se facciamo il ragionamento al contrario, cioè che nella realtà storica la “traslazione miracolosa” non c’è mai stata, e quindi - per deduzione - asserirlo è una “falsità”, allora bisogna anche dire per conseguenza logica che: tutta la Tradizione tramandata dai testimoni oculari è una colossale e universale mistificazione; tutte le testimonianze “giurate” degli avi sono spergiuri e menzogne; tutti gli studi storici, archeologici e architettonici sarebbero assurdamente “falsi” (pur essendo “scientificamente” “veri”!); tutte le “rivelazioni divine” dichiarate dai Santi sono blasfeme menzogne; tutte “le approvazioni” secolari della “Chiesa ufficiale” sono state un errore e un inganno storico macroscopico e riprovevole (che giustamente potrebbero far tacciare la Chiesa come una colossale mistificatrice a riguardo della “questione lauretana”); e infine l’approvazione liturgica della “traslazione miracolosa” è stato un errore ancor più gigantesco della Chiesa da dover rinnegare al più presto e definitivamente, da obbligare in coscienza a richiederne immediatamente la soppressione, sostituendola con una semplice “memoria del trasporto umano delle sante pietre”, e chiedendone anche “il perdono” - cioè, anche di tale “errore” della “miracolosità” dichiarata e celebrata, oltre a quelli già richiesti dal Papa nel Giubileo del 2000 - sia a tutti i cristiani di ogni epoca come a tutti gli altri uomini, per averli “ingannati” per tanti secoli, pur fosse tutto avvenuto e senza alcun dubbio “in totale buona fede”… Ecc.za, mi perdoni, ma “queste” sono le sole deduzioni logiche inevitabili e incontestabili che ne derivano di conseguenza se si rifiuta (dai “cristiani”!) e si ritiene “falsa” la “verità storica” della “miracolosità” della “Traslazione” della Santa Casa di Nazareth “in vari luoghi” e infine a Loreto!…
     Ecc.za amatissima: o crediamo alla Chiesa e ci incanaliamo su quanto essa ci propone a credere e a venerare (anche se, in questo caso, in una obbedienza che implica solo una “fede umana” e non una “fede dogmatica”, ma sempre “riverente” “obbedienza” deve essere!…) od ogni riferimento “sicuro” circa “la verità” perde ogni consistenza, ogni serietà, ogni autorevolezza, ogni credibilità: con danno spirituale incalcolabile alle anime ed i tanti gravi rischi che ne derivano per la Salvezza Eterna di tante di loro, perché “si fa rendere più difficile e dolorosa” o persino “si può far vanificare” l’opera redentrice di Cristo, invece di collaborare con il Signore per “incrementarla” ed “estenderla”!
     E’ questo l’assillo che mi addolora, che mi fa soffrire, che mi fa provare amarezza e sdegno, che non mi lascia inerte e mi fa protestare, mi fa scrivere, mi fa impegnare al di là delle stesse forze e possibilità umane per cercare di far capire, di convincere, mi fa chiedere “Udienze” (purtroppo quasi sempre “ovunque” “rifiutate” dai Pastori!…): ma ciò che soprattutto mi spinge in tutto questo è il pensiero del dolore di Cristo! il pensiero del dolore di Maria! il pensiero del dolore delle anime (a me personalmente tante volte “attestato” da tante persone!)! è il pensiero della “confusione” e dello “smarrimento” che si genera nelle menti, soprattutto delle persone semplici e indifese, e al conseguente grave detrimento spirituale che ne deriva per loro e per la loro salvezza!… Ed è anche la consapevolezza “viva” di dover contrastare - con tutte le forze possibili e senza risparmio alcuno di mezzi (anche di quelli economici, da ridurmi spesso nella vita alla povertà assoluta, fino all’indigenza) - quel “fumo di Satana”, del quale il Servo di Dio Paolo VI asseriva drammaticamente essere penetrato inaspettatamente da “fessure” all’interno della stessa Chiesa, dopo l’ultimo Concilio, e, nel nostro caso, all’interno della stessa “veridicità storica” della Traslazione “miracolosa” della Santa Casa di Nazareth, da “dissacrarne” anche la storia e perciò la venerazione, come ebbe ad “attestare” nel 1988 anche lo stesso Mons. Loris Capovilla, suo predecessore, nel “prendere atto” delle “reazioni” di tantissimi fedeli alla prima pubblicazione del Padre Giuseppe Santarelli fatta nel 1984 (purtroppo “autorizzata” dallo stesso Mons. Capovilla).
     Mi perdoni “la franchezza” – Ecc.za amatissima – ma io “sento” “vivo” nell’intimo quanto asseriva il Salmista: “Mi divora lo zelo della tua casa, perché (…) dimenticano le tue parole” (Sal.119,139). Eppure ne aveva già scritto (sulla verità della “miracolosa traslazione”) proprio “un santo”, il Beato Giovanni Spagnuoli (detto il Mantovano), nel 1479, che testimoniò e trascrisse i “documenti” allora in suo possesso e risalenti alle origini del Santuario, perché restassero “a perpetua memoria”, motivando la sua preoccupazione e il suo intento scrivendo testualmente: “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni, non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso…”.
     Allora non posso non sentire anch’io nel mio spirito “l’eco” delle parole di San Paolo: “Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere gli uomini; per quanto invece riguarda Dio, gli siamo ben noti. E spero di esserlo anche davanti alle vostre coscienze. Non ricominciamo a raccomandarci a voi, ma è solo…, perché abbiate di che rispondere a coloro il cui vanto è esteriore e non nel cuore. Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se siamo assennati, è per voi. Poiché l’amore del Cristo ci spinge…”  (2^Cor.5,11-14).
     Ecc.za amatissima: “la verità” è “verità”!… “la verità” impegna “la coscienza”!… Anche nella “questione lauretana” non ci sono delle vie intermedie: o “è vero” che la Santa Casa è stata “trasportata miracolosamente” da Dio ad opera degli Angeli o “non è vero”!… Ma se “è vero” (come è vero!), bisogna dire che “è vero”!… qualunque sia la reazione e l’opinione degli uomini, che risponderanno per se stessi davanti a Dio della loro accettazione o del loro rifiuto, a seconda della loro “buona fede” o della loro “mala fede”, secondo come sta scritto: “Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore” (1^Gv.4,6).
     E se si è nel dubbio sui fatti accaduti tanti secoli fa bisogna attenersi a ciò che dice la Chiesa al riguardo e non contraddirla!… o quantomeno bisogna “tacere”!… Altrimenti “si rischia” di tradire e “di fatto” si tradisce “la verità”!… perché “si misconosce” UN’OPERA “MIRACOLOSA” “VERA” di Dio, di Gesù, di Maria e degli Angeli Santi!…
     In tal modo si diventa anche “ingrati” (cfr. C.C.C. n.2094) e si arreca “rammarico” e “dolore” a Dio, a Gesù, a Maria e agli Angeli Santi, perché non si attribuisce loro quanto hanno voluto “realmente”, misericordiosamente e “miracolosamente” attuare per il bene e la salvezza degli uomini!… (cfr. Gen.6,6: “Il Signore si pentì di aver fatto (…) e se ne addolorò in cuor suo”).
     Infine, si fanno “deviare” le menti dei credenti e non credenti, generando “confusione” e “smarrimento”, ed anche provocando LA PRIVAZIONE A TANTI UOMINI DELLE TANTE GRAZIE CHE DIO, proprio attraverso “IL SEGNO” e “il richiamo” di un tale “evento miracoloso” (come di tanti altri analoghi), VOLEVA FOSSERO CONCESSE, al fine proprio di far maggiormente incrementare la Fede negli uomini e poter così attuare nella storia l’opera di salvezza di Cristo in un modo più penetrante, più efficace e più esteso.
     Ci si rende perciò - in una parola - “responsabili”, sì, “RESPONSABILI” di NON AVER DETTO LA VERITA’ su “un evento miracoloso” che è stato “REALMENTE” COMPIUTO DA DIO e “comprovato” “ufficialmente” dalla Suprema Autorità della Chiesa, che è “sempre” e “davvero” assistita dallo Spirito Santo, anche quando non parla “ex-cathedra!

     Ecc.za Rev.ma, la “traslazione miracolosa” della Santa Casa di Nazareth è “storia”, non è una “leggenda”!… E’ una “approvazione ufficiale della Chiesa” di “un evento miracoloso”, quale “mai” in tutta la storia della Chiesa è stato fatto!… Di Guadalupe, di Lourdes, di Fatima, di Kibeho e di tanti altri prodigi divini avvenuti lungo il corso della storia umana esiste quasi sempre solo una “singola approvazione”, e per lo più solo e semplicemente delle “autorità ecclesiastiche locali”: eppure nessuno dubita (ovviamente tra i cristiani cattolici) riguardo alla “verità storica” che tali approvazioni certificano! Riguardo invece al “riconoscimento” della “VERITA’ STORICA” dell’evento della “TRASLAZIONE MIRACOLOSA” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, esso è “l’unico caso” nella Storia della Chiesa di una “approvazione ecclesiastica” da parte dei Sommi Pontefici “dichiarata” e “ripetuta” “continuamente”, “solennemente”, “inequivocabilmente”, per secoli e secoli, in tanti documenti e dichiarazioni ufficiali di ogni genere, dalle origini del Santuario fino ad oggi.

Ecc.za amatissima,
     che cosa sarebbe di Guadalupe, di Lourdes, di Fatima se si ponesse in dubbio o addirittura si negasse - e proprio “dall’interno degli stessi rispettivi Santuari” e anche solo “per una ipotesi di studio” -, “la verità storica” delle “miracolose” “apparizioni” di Maria? Non si diventerebbe “irriverenti” ed “ingrati” verso Maria? Non ne scadrebbe immensamente tutta la devozione mondiale? Non si creerebbe “un reale ostacolo” a Dio e alla Vergine Immacolata nella loro elargizione dei “doni” di grazia e di salvezza, oltre talvolta anche i miracoli fisici, che effettivamente in quei luoghi avvengono numerosissimi, provocando così un “detrimento grave” del bene delle anime?
     Tutto ciò non è in alcun modo paragonabile al Santuario e alla Santa Casa di Loreto, i cui miracoli di grazia e di salvezza - ed anche i veri e propri miracoli nell’ordine fisico - da parte di Dio e della Vergine Immacolata, è impossibile enumerare. Persino tanti Ordini e Movimenti Ecclesiali sono “nati” dentro quelle Sacre Pareti, per “una ispirazione soprannaturale” ricevuta dai Santi Fondatori “solo” “lì”.
     Il Papa Leone X, a riguardo del Santuario di Loreto e della Santa Casa in esso custodita, facendo seguito ai “pronunciamenti” di altri suoi predecessori, scriveva e “dichiarava” nel lontano 1515 (in un modo “solenne ed inequivocabile”): “A testimonianza di tutti, E’ IL PRIMO E IL PIU’ CELEBRE DI TUTTI I SANTUARI, perché E’ PROVATO DA TESTIMONI degni di fede che la Santa Vergine, dopo aver trasportato per l’onnipotenza divina, la sua immagine e la propria casa da Nazareth in Dalmazia, quindi nella foresta di Recanati e nel campo di due fratelli, la fece deporre per il ministero degli Angeli, sulla pubblica via, ove trovasi tuttora e dove l’Altissimo, per i meriti della Santissima Vergine, continua a operare miracoli” (Leone X, “Breve” del 1° giugno del 1515  Arch. Vat. Vol. 1924; 232 IX Reg. 70 – f. 74).
     Non è celebre, a riguardo dei “miracoli”, anche “la visione” di San Giuseppe da Copertino, nel suo arrivo ad Osimo, il 10 luglio 1607? Egli, nel vedere la cupola del Santuario Lauretano, diede in un alto grido ed esclamò: “Oh Dio! Che cosa è mai quella che io vedo! Quanti Angeli vanno e vengono dal Cielo! Non li vedete? Guardate come scendono di lassù carichi di grazie e tornano a prenderne delle altre! Ditemi che luogo è quello?”. E rispostogli che quello era il Santuario entro cui si venerava la Santa Casa di Nazareth, prostratosi, tornò ad esclamare: “Non è meraviglia, allora, che colà discendono in gran numero gli Angeli del Paradiso, se ivi ad incarnarsi discese il Signore del Paradiso. Guardate ed ammirate come colà piovano le misericordie Divine! Oh felice luogo! Oh luogo beato!”. E così dicendo, fissò gli occhi verso la Santa Casa, e poi con un veloce “volo” andò a “posarsi” su un mandorlo (e, si potrebbe dire, quasi come “copia” e “divina riattualizzazione dimostrativa” della “verità” del “volo” e del “posarsi”in tanti luoghi della Santa Casa!). Il volo e l’estasi furono interrotti solo dal Padre Segretario Generale che, insieme con altri confratelli, era lì presente e comandò “per obbedienza” al Santo di rientrare in sé…
     Dalla straordinaria “testimonianza” del “miracoloso” “volo” e del “miracoloso” “posarsi” su un mandorlo di San Giuseppe da Copertino e dalla sua stupìta “rimostranza” (“Quanti Angeli vanno e vengono dal Cielo! Non li vedete? Guardate… Guardate ed ammirate”!), non sembra di riudire il rimprovero divino (“quasi” “rivolto” a tutti noi): “Sordi, ascoltate, ciechi, volgete lo sguardo per vedere”? (Is.42,18). Ma purtroppo, afferma la Parola di Dio, “i suoi guardiani sono tutti ciechi, non si accorgono di nulla…” (Is.56,10); e tornano alla mente allora le severe parole di Gesù ai farisei: “Alcuni dei farisei che erano con lui … gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane»” (Gv.9,40-41)… Come c’è “davvero” da “temere” per tutti noi!… Non si dovrebbe perciò “attestare” e “proclamare” “a voce alta” dal Santuario Lauretano anche questo “miracolo” incontestabile di San Giuseppe da Copertino (quasi divina “prova dimostrativa” della “verità” del “volo” e del “posarsi” della Santa Casa) e questo “numero grande” di Angeli che vanno e vengono dal Cielo?… Ed anche queste “grazie” che (letteralmente) “piovono” sulla Santa Casa se vengono richieste con fede?… Lo attesta un Santo straordinario! Proprio il “santo dei voli” (così come “venne” “in volo” la Santa Casa!). Ciò che vedeva San Giuseppe da Copertino è la realtà “invisibile” di “ogni giorno”, di “ogni ora”, sul Santuario Lauretano, assai più “reale” di ciò che è “visibile”, e che avviene “davvero” sul Luogo Santissimo della Santa Casa!… Viene perciò da dire: quante “grazie” vengono “impedite” od “ostacolate” nel “non vedere” e addirittura nel “misconoscere” la realtà della “miracolosa traslazione” della Santa Casa?…
     Il Papa Giovanni Paolo II, in occasione del VII Centenario della Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, nel 1994, così si esprimeva nella sua “Lettera” scritta per la circostanza: “San Leone Magno diceva che “i figli della Chiesa sono stati generati con Cristo nella sua nascita” (Sermo VI, 2, PL 54, 213) e la Lumen Gentium afferma, a sua volta, che Maria “è veramente madre delle membra di Cristo, perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel capo sono le membra” (n.53). Questo viene a dire che il sì di Maria fu, in qualche modo, anche un sì detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion: “Tutti là sono nati” (Sal.87,2)”.
     Così ancora il Papa disse a Palermo, il 23 novembre 1995, in occasione del III Convegno della Chiesa in Italia: “La Casa del Figlio dell'uomo, in un certo senso, passa attraverso quella casa. La storia dell'intera umanità in quella casa riannoda le sue fila. LA CHIESA CHE E’ IN ITALIA, ALLA QUALE LA PROVVIDENZA (la “Provvidenza”, cioè Dio, e non “l’iniziativa umana”!) HA LEGATO IL SANTUARIO DELLA SANTA CASA DI NAZARET, ritrova lì una viva memoria del mistero dell'Incarnazione, grazie al quale ogni uomo è chiamato alla dignità di figlio di Dio”.
     E nell’omelia pronunciata nella solenne concelebrazione nella Basilica Lauretana, il 10 dicembre 1994, per la circostanza del VII Centenario della Traslazione, Giovanni Paolo II ancora insegnava: “La casa di Nazaret fu testimone del compimento della profezia di Isaia: “Ecco: la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele (Is.7,14), che significa “Dio con noi”. “Ecco la dimora di Dio con gli uomini”, è scritto nel libro dell’Apocalisse (21,3): queste parole si riferiscono prima di tutto alla stessa Vergine Maria, che divenne la Madre del Redentore, ma si riferiscono anche alla sua casa, nella quale questo mirabile mistero del “Dio con noi” ebbe inizio. Il brano della lettera di Paolo ai Galati, esprime chiaramente il contenuto del nome “Emmanuele”. La casa di Nazaret divenne un particolare luogo di quell’invio di cui scrive l’Apostolo: “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna… perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal.4,4-5). Gli inizi umani di questo invio del Figlio da parte del Padre ebbero luogo nella CASA DI NAZARET, la quale per ciò stesso MERITA IL NOME DI SANTUARIO PIU’ GRANDE”.
     Questo è “il tesoro incomparabile” che abbiamo “la grazia unica” di poter venerare a Loreto, definito dal Papa “IL SANTUARIO PIU’ GRANDE” della cristianità!… Per questo non si può non soffrire al pensiero di quante anime sono state e vengono continuamente “turbate” (e sono “tante”, in ogni parte del mondo!) e vengono anche “deviate” dalla “verità” (e perciò “decurtate” da tante grazie che potevano ricevere e non riceveranno più!), riguardo al riconoscimento della “verità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa, oltre al “dolore” “ontologicamente reale” (cfr. Gen.6,6) che provano la Vergine Maria e Dio stesso nel vedere continuamente “misconosciuti” i loro “miracolosi”, misericordiosi, provvidenziali e salvifici interventi in favore dell’Umanità.

Ecc.za amatissima, 
     la Chiesa non impedisce e non disapprova lo studio storico e scientifico, che è legittimo, è raccomandabile, è doveroso, è necessario, è sacrosanto!… Così anche è legittimo esprimere delle “opinioni personali” derivanti da tali studi… Ma “manipolare”, “travisare”, “forzare” (e quindi rendere “falsificati”) “documenti”, “testimonianze storiche”, “studi archeologici e architettonici”, “icone” ed altro ancora, per sostenere e avallare “una tesi preconcetta” e “falsa”, ciò non è legittimo, non è lecito!… E’ PECCATO!… VA CONTRO L’OTTAVO COMANDAMENTO, che “ci obbliga” a “NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA”!… (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica nn.2464-2487)... Ma questo è proprio ciò che avviene da un ventennio riguardo alla “questione lauretana”!…  e proprio “dall’interno stesso del recinto sacro” del Santuario!…
     Che ciò lo compiano gli scettici, gli increduli, gli atei, in una parola, “il mondo” (cfr. Gv.14,17; 1^Gv.2,15-17; Gc.4,4-6), non stupisce e non si può impedirlo, e per essi si può solo pregare ed espiare. Ma che ciò avvenga, ormai da un ventennio, proprio “dall’interno del Santuario”, e proprio da quanti per incarico ricevuto dovrebbero al contrario “studiare”, “approfondire”, “ricercare” “prove nuove” e “sempre più convincenti” di ciò che la Chiesa ha già “riconosciuto”, e “consacrato” persino liturgicamente, come “verità”!… ebbene, Ecc.za amatissima, tutto ciò è “VERA DISSACRAZIONE” della storia e della devozione alla Vergine Lauretana!… Anche questo è “il fumo di Satana” dell’irrazionale “razionalismo moderno” (cfr. Enc. “Fides et Ratio”) portato “all’estremo” e sempre  “chiuso al trascendente e al soprannaturale” e che - come già scriveva il Beato Giovanni Spagnuoli - “fa offuscare anche le cose più insigni”, e che è entrato “da fessure” anche “nel recinto sacro” del Santuario della Santa Casa.
     Questo Santuario era stato voluto e costruito dalla Santa Madre Chiesa letteralmente come “una fortezza”, proprio per “difendere” non solo “il tesoro unico” che custodisce, ma insieme anche “la testimonianza” della “miracolosità” della sua origine e della sua storia, e permetterne così una più efficace fruizione e funzione salvifica: a gloria di Dio, della Vergine Immacolata e a salvezza delle anime. Non è onesto, perciò, “sconfessare” da taluni proprio “dall’interno” del Santuario ciò che la Chiesa ha costruito ed istituito per valorizzare e difendere non solo “la Santa Casa stessa” ma proprio anche ciò che la Chiesa ha dichiarato “essere VERO” a riguardo di essa, e cioè anche la “MIRACOLOSITA’” della Traslazione della Santa Casa

     Per questo Le ho scritto sopra di poter avere da Lei un’Udienza personale, a motivo di “un vero problema di coscienza”, cioè al fine di poterLe “mostrare” e “dimostrare” quanto qui - e nel mio studio allegato - affermo “con gravità”, e che mi pone in un problema di coscienza non più dilazionabile, perché - debbo ancora qui aggiungere con sincero e profondo dolore e chiedendoLe umilmente “perdono” del mio ardire - se non cessa tale “arbitrio” dal Santuario Lauretano e venisse concesso ancora “l’imprimatur” a pubblicazioni con i contenuti “falsificati” sopra denunciati sarò, d’ora in avanti, “obbligato nella mia coscienza” - dopo l’avvenuta pubblicazione in Internet del mio scritto (per il quale tanti mi scrivono e mi chiedono ulteriori spiegazioni) - a dover “pubblicamente” “dimostrare” e “sconfessare” “punto per punto” “le falsificazioni” che vengono fatte passare “per vere” (in “buona fede” o “in mala fede”: giudicherà Dio!…) ormai da un ventennio (citando testi, e nomi e cognomi) e che sono state pubblicate da vari autori, ma soprattutto ad opera del Padre Giuseppe Santarelli, sia nel “Messaggio della Santa Casa” che in libri usciti dalla “Congregazione Universale della Santa Casa”. Ma se fossi costretto a ciò si metterebbe in cattiva luce il Santuario stesso e chi lo custodisce e si recherebbe anche maggiore scandalo presso “i fedeli”, che già in tanti, lungo gli anni, nel sentire talvolta le mie spiegazioni - ora pubblicamente leggibili in Internet -, talvolta mi hanno detto addolorati: ma dove sono i Superiori?… perché danno “l’imprimatur”?… perché non lo impediscono?… Mi fu chiesto più volte negli scorsi anni anche di scrivere un libro di “confutazioni” al riguardo, ma io non ne ho mai avuto i mezzi finanziari per farlo né ho mai trovato appoggio in alcuno, né da parte di Case Editrici né da parte degli ambienti ecclesiali. Solo con l’avvento di INTERNET (che può raggiungere migliaia e milioni di persone in pochi istanti) mi è stato ora reso possibile in modo autonomo e a costi minimi (ma per le mie esigue possibilità sempre assai onerosi!) pubblicare tutto quanto ho già fatto e potrò continuare a fare in futuro.
     Negli anni passati mi sono solo potuto adoperare - con carità, umiltà e rispetto - presso lo stesso Padre Santarelli, a voce e per iscritto, perché “comprendesse” gli “errori” delle sue “documentazioni” e “argomentazioni” e cessasse dallo scrivere e pubblicare le sue “ipotesi” “false”, che “ha confuso” e “deviato” da tanti anni la Chiesa intera e la stessa opinione pubblica mondiale riguardo alla “questione lauretana”. Ma non sono stato da lui ascoltato. Si deve forse giungere, all’interno della Chiesa stessa, al punto di essere costretti a dover arrivare a rimproverare apertamente: “Non contraddire alla verità, ma vergògnati della tua ignoranza”? (Sir.4,25)… e fosse solo questa!… ma purtroppo attesta San Paolo che talvolta ciò avviene: “rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2^Tim.4,4), e arrecando così disonore e sofferenza alla nostra Madre Chiesa, che è il Corpo Mistico di Cristo, come insegna la Parola di Dio: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte” (1^Cor,12,26-27).    
     Ecc.za amatissima, con il Padre Giuseppe Santarelli io ci ho già parlato in questi anni, e l’ultima volta mercoledì 27 ottobre 2004. Ma egli - sia in passato come nell’ultimo incontro - non ha dato dimostrazione di voler collaborare (e “riparare”!) né ha voluto accettare “il confronto” riguardo a tutto quanto Le ho scritto qui sopra, dopo avergli fornito, in passato e ultimamente, alcune “dimostrazioni” delle “contraddizioni” dei suoi scritti. E io questo glielo devo far sapere e devo chiederLe umilmente di provvedere al riguardo, perché tutto abbia a “risolversi” nella carità e nella verità, come insegna la Parola di Dio: “Vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità” (Ef.4,15-16); e in quella “carità cristiana” “vera” che sempre “non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma SI COMPIACE DELLA VERITA’” (1^Cor.13,5-6), e non dell’erroneità, o peggio ancora della “falsità”.
     Per questo Le chiedo anche umilmente, con il presente scritto, non solo di poter avere una Udienza personale con Lei, ma anche - qualora lo ritenesse utile o necessario - di voler programmare “un confronto” “a due” (tra il padre Santarelli e me) “alla Sua presenza”, affinché Lei possa formarsi un giudizio oggettivo sulla “verità” tra le rispettive “documentazioni” “confrontate” e “discusse” dinnanzi a Lei e potersi quindi formare “un giudizio sereno e vero” su quanto affermo, ed essere anche caritativamente di aiuto al Padre Santarelli, che si trova ora in un “comprensibile disagio”, perché non abbia a trovarsi “umiliato” di fronte a “pubbliche sconfessioni”, ma al contrario possa rendersi partecipe e collaborante nel “ripristino” della “verità” riguardo a tutta “la questione lauretana”, proprio da lui tanto “falsificata” (senza formulare con ciò alcun “giudizio” riguardo alle “intenzioni” soggettive, che potranno essere state anche “buone”). Avanzo queste richieste affinché tutto avvenga sempre nello spirito e secondo l’insegnamento di Gesù che ci dice nel Vangelo: “Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo (e io questo l’ho già fatto!); se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni (e questo lo sto richiedendo a Lei, Ecc.za, con questa lettera!). Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea (ed è ciò che non vorrei trovarmi costretto a dover mai fare in futuro!); e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano” (Mt.18,15-17).

Ecc.za amatissima,
     lo scopo del Pontificio Santuario Lauretano non è solo quello di custodire la Santa Casa, ma - da parte di chi vi opera “dall’interno” - lo scopo è anche quello di maggiormente “illustrare”, “provare” e “convincere” su tutto ciò che riguarda la veridicità della Santa Casa e la veridicità della sua storia e comunque è “dovere” per chi vi opera stare all’umile “obbedienza” del giudizio “già dato” dalla Chiesa, ed anche - senza riguardo al giudizio o allo scetticismo o all’ironia del “mondo” – di “proclamare ad alta voce” anche “LA VERITA’” della “MIRACOLOSITA’” della TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA, dalla Chiesa ripetutamente riconosciuta “autentica”.
     Solo in tal modo si fa “un vero servizio” alla “verità” “tutta intera” e si permette alla Grazia Divina di operare nel Santuario “senza ostacoli” e “in modo pieno”, rendendo così possibile a Dio di attuare più facilmente ed efficacemente i suoi misteriosi e misericordiosi disegni di salvezza, ed anche i suoi miracoli (“un tempo” - quando vi era “la vera fede” - numerosissimi). Ciò perché la Fede di chi accede al Santuario, anche solo per la “curiosità” di “vedere” e “capire” questo “misterioso miracolo” che viene “proclamato”, può essere più facilmente “accesa” e “illuminata” e così produrre “le meraviglie di conversione e di grazia” che Dio vuole vengano concesse anche proprio “in virtù” di questo “SEGNO MIRACOLOSO” da Lui compiuto, finalizzato proprio a suscitare maggiormente la Fede, così come insegna il Vangelo (cfr. Gv.2,11).
     Non è scritto proprio nel Vangelo che a Nazareth Gesù “non fece molti miracoli a causa della loro incredulità”? (Mt.13,58). Non sta avvenendo la stessa cosa nella “nuova Nazareth marchigiana” (come definì Leone XIII “la cittadina di Loreto”), a causa dell’incredulità del “segno” che Dio aveva voluto “donare” e che viene ora da tanti e troppi anni “sconfessato”?…
     Valorizzando, “ripristinando” e “riproponendo” “la verità” della “miracolosità” della Traslazione della Santa Casa la funzione pastorale del Santuario Lauretano sarebbe davvero immensamente assai più fruttuosa, come lo era stato nei secoli passati, perché “la verità” tornerebbe ad apparire di nuovo luminosa, e “i cuori” dei pellegrini e dei fedeli o dei “ricercatori di Dio” - “gelati” per tanti anni da una ricerca storica “fredda” e “falsificata”, tollerata oltre ogni limite ragionevole - sarebbero di nuovo “riscaldati” dalla gioia di sapere che a Loreto “si dichiara” e “si mostra” e “si dimostra” che Dio ha compiuto “meraviglie” ed è veramente quel Padre buono e provvidente che segue incessantemente il cammino di ciascun uomo per aiutarlo a portare a compimento la Salvezza Eterna di ciascuno. Se poi, in aggiunta, si intensificassero gli studi (per quanto ce ne siano già di “esaustivi”!) volti ad illustrare e a dimostrare ancor più chiaramente “la verità” della “traslazione miracolosa”, e non volti a voler dimostrare la sua “falsità” (come avvenuto assurdamente nell’ultimo ventennio), allora di nuovo riprenderebbe vigore “la verità” dell’evento “miracoloso” ivi avvenuto che susciterebbe una maggiore attrazione verso il Santuario da parte degli uomini nel loro “pellegrinaggio” terreno.

Ecc.za amatissima,
     non Le voglio dire qui espressamente che lo studio che Le allego alla presente Lettera “sarebbe auspicabile” che venga segnalato e citato nelle pubblicazioni del Santuario per essere di “aiuto” agli scopi suddetti. Non Le voglio neppure fare una richiesta esplicita di una Sua opportuna e tanto gradita “presentazione” oppure anche solo “una Sua semplice benedizione scritta” per una programmata edizione in stampa o anche per la sola diffusione via Internet dello scritto stesso.
     Il mio “studio” (elaborato per un motivo di carità come “Lettera di risposta” ad un giovane che me ne aveva fatto richiesta) saprà la Vergine Immacolata diffonderlo secondo i suoi progetti di misericordia e di amore, al fine di “ristabilire” - anche “per altre vie” - l’onore che gli è dovuto (e che gli era stato tolto), per le “opere meravigliose” da Lei compiute riguardo alla sua Casa Nazaretana, in adempimento della Volontà di Dio e grazie al ministero degli Angeli, “potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola” (Sal.103,4).
     Qui, però, Ecc.za, mi permetta ancora, per concludere, una mia riflessione spirituale su quale possa essere stato il motivo dell’opera voluta e compiuta da Dio della “MIRACOLOSA TRASLAZIONE” della Santa Casa di Nazareth “in tanti luoghi” per vari anni, per poi collocare la Santa Casa definitivamente a Loreto…
     Il razionalismo moderno, scettico e incredulo, in raffronto alla “verità storica” della “miracolosa traslazione” della Santa Casa sembra quasi un “rinnovarsi moderno” di quanto accadde ad Acaz (cfr. Is.7,10-14) nel Vecchio Testamento: “Il Signore parlò ancora ad Acaz: «Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore»”… Come a dire, ancor oggi: io razionalista, non voglio “chiedere” “segni”, non li voglio “vedere”, “tenterei persino Iddio”; mi basta “la ragione”: essa spiega già “tutto”, “in modo naturale”… Eppoi la Fede non ha bisogno dei miracoli!… Ma il Signore sembra rispondere ancor oggi attraverso Isaia: “Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”… e poiché Iddio “vedeva” i secoli e gli eventi futuri, si potrebbe immaginare questa aggiunta profetica di Isaia: “… e vi darò “un altro segno ancora” a “conferma” per le generazioni future di quanto vi preannuncio che avverrà: la Casa di Nazaret ove avverrà il concepimento “MIRACOLOSO” della Vergine sarà per sempre “preservata” e “MIRACOLOSAMENTE” trasportata via “in luoghi sicuri” per conservarla a perenne ricordo e quale “SEGNO MIRACOLOSO in più” a “testimonianza” e a “conferma” “divina” della verità del “CONCEPIMENTO MIRACOLOSO” nella Vergine Maria e della verità dell’INCARNAZIONE del Figlio di Dio in lei, per la Salvezza degli uomini”…
     Ecco forse “la ragione” della Volontà Divina di aver voluto “miracolosamente”, ad opera degli Angeli, “trasportare” in tanti luoghi diversi e poi a Loreto la Santa Casa di Nazareth, ove proprio si è compiuto “il concepimento miracoloso della Vergine”! E’ stato così per costituire per i secoli futuri “UN SEGNO IN PIU’” di Dio per “confermare” e “avallare” da parte Sua la “verità” dell’altro “evento” assai più importante e straordinario, e determinante per la salvezza dell’intera umanità: l’Incarnazione del Figlio di Dio in Maria Vergine!
     Agli uomini passati, attuali e futuri, che ricercano la verità circa l’esistenza di Dio e sono alla ricerca della “vera religione” da scoprire e da seguire, così come anche per i credenti che già sono incorporati alla Chiesa mediante il Santo Battesimo, “il segno visibile” della “traslazione miracolosa” della Santa Casa - “visto” e “testimoniato” dai “contemporanei all’evento” e oggi e sempre “dimostrata”, “riconosciuta”, “proclamata” e liturgicamente “celebrata” dalla Santa Chiesa - diventa “SEGNO VISIBILE” e “SICURA CONFERMA DIVINA” dell’altro “segno salvifico”: una Vergine ha “davvero” concepito un Figlio; e questo suo Figlio è “davvero” il Figlio di Dio Incarnato, Gesù Cristo, nato, morto e risorto per la salvezza degli uomini e al quale bisogna credere e aderire, perché “in nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At.4,12).
     Allora in questa ottica della pedagogia divina appare quanto sia stato “sapientissimo” e “misericordiosissimo” “il segno visibile” “in più” (perché quello della “Vergine che ha concepito miracolosamente” non è più visibile!) che Dio ha voluto dare alle generazioni passate, presenti e future riguardo all’aver voluto compiere la “miracolosa Traslazione” della Santa Casa di Nazareth in tanti luoghi diversi e infine a Loreto: è stato nel passato ed è ancor oggi e sarà per sempre “IL SEGNO VISIBILE” per gli uomini increduli o per quanti sono alla ricerca di Dio perché credano alla “verità” dell’Incarnazione ed entrino nella Santa Chiesa Cattolica per essere battezzati e salvati, ed è anche “rafforzamento e conferma” nella Fede in Gesù di quanti già vi credono, ma che possono essere tentati di allontanarsene e di abbandonarla, essendosi indebolita la loro fede, specialmente in questo inizio del Terzo Millennio, a motivo dell’apostasia silenziosa in atto, per un secolarismo e materialismo che ha impregnato tutta la civiltà moderna, specie europea.
     Ecco perché misconoscere “la verità” della “miracolosa traslazione” - oltre che andare contro “la verità storica” - vanifica anche tante grazie che Dio sapientemente voleva e vuole e vorrà elargire  anche attraverso il “dono” del “segno” del “miracolo” della Traslazione della Santa Casa, ove avvenne l’Incarnazione del Figlio di Dio, specie poi proprio in quest’epoca di trasmigrazione dei popoli e miscuglio di tante religioni diverse e anche di necessità di una “Nuova Evangelizzazione” per gli stessi cristiani “apostati”.
    
Questa è “la verità”, Ecc.za amatissima, da cui può meglio capire il motivo di quanto Le ho scritto all’inizio di questa lettera: E’ questo l’assillo che mi addolora, che mi fa soffrire, che mi fa provare sdegno ed amarezza, che non mi lascia inerte e mi fa protestare, mi fa scrivere, mi fa impegnare al di là delle stesse forze e possibilità umane per cercare di convincere, di far capire…:  è il pensiero del dolore di Cristo! è il pensiero del dolore di Maria! è il pensiero del dolore delle anime!… e della privazione che si genera in loro di tante grazie che Dio avrebbe potuto elargire e ne viene impedito!…
     Un tempo, nella mia giovinezza, vestito dell’abito francescano, salivo al Santuario della Santa Casa per prestarvi il mio umile servizio liturgico, e percorrendo a piedi la Scala Santa pregavo con gioia il Salmo 122: “Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore». E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme! Gerusalemme è costruita come città salda e compatta. Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge di Israele, per lodare il nome del Signore… Domandate pace per Gerusalemme: sia pace a coloro che ti amano, sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi. Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su di te sia pace!». Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene”.
Ecc.za amatissima, nel chiederLe umilmente di “scusarmi” per tutto il disturbo che Le arreco, in attesa di una Sua gentile risposta, voglia gradire e contraccambiare la mia umile preghiera nella Casa della Vergine Lauretana: “Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene”, “per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su di te sia pace!».
Certo della Sua paterna benedizione e grato per le preghiere che mi ha già assicurate per me, per mia madre tanto sofferente, ed i miei familiari, parenti ed amici, devotamente La saluto nel Signore e nella Vergine Immacolata.
Prof. GIORGIO NICOLINI
Pubblicato in www.lavocecattolica.it/lettera.mons.comastri.htm


ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA'
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI
GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO
-Lourdes-Fatima-ANCONA-MEDJUGORJE


ANCONA, CITTA' DELLA FEDE, ED I SUOI SANTI
Ancona è ricca di testimonianze religiose davvero rare, al punto da essere definita "Città della Fede", per il motivo di essere stata tra le primissime città al mondo a ricevere, ad abbracciare ed a diffondere la Fede Cristiana, circa nell'anno 35, proprio immediatamente dopo la Morte e la Risurrezione di Gesù Cristo. Le storie di molte reliquie e di molti Santi legati alla città sono state raccolte - e indicate con il collegamento in Internet - nel Calendario 2015 di Tele Maria - Scarica e diffondi liberamente in Internet (Siti, Facebook, Twitter, Linkedin, ecc,) il Calendario 2015 di Tele Maria dall'indirizzo:
www.telemaria.it/CalendarioTeleMaria2015.pdf
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        AL VESCOVO DI ANCONA
NUOVO CARDINALE E NUOVO PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANA
E' STATO ASSEGNATO IL TITOLO DELLA CHIESA DEI SACRI CUORI DI GESU' E DI MARIA
CHE NE RICHIAMA IL COMPITO DI ESSERE 
IL SUPREMO CUSTODE DI QUELLA SANTA CASA DI NAZARETH IN LORETO
IN CUI SI FORMARONO I CUORI DI GESU' E DI MARIA
SECONDO COME HANNO INSEGNATO IL BEATO PIO IX ED ALTRI PAPI E SANTI
Il Beato Pio IX nella Bolla “Inter Omnia” del 26 agosto 1852, scrisse della Santa Casa di Loreto:
“Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome, e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio”.
(Beato Pio IX, Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852)
Questo testo viene mostrato quando l'immagine è bloccata   IL PRIMO VENERDI' DI OGNI MESE
Sono andate in onda il 6 febbraio e il 6 marzo 2015 da RADIO MISSIONE FRANCESCANA di Varese la prime due interviste al Prof. Giorgio Nicolini sulla storia delle Miracolose Traslazioni della Santa Casa di Nazareth con l'esposizione di importanti novità storiche ed archeologiche.
Clicca QUI per la prima intervista
Clicca QUI per la seconda intervista
La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza l'essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita" (Catechismo Chiesa Cattolica, n°2270)
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UNA BELLA PREGHIERA
CHE RICORDA COME ANCHE GESU' CRISTO, IL FIGLIO DI DIO,
NELL'INCARNAZIONE NEL GREMBO DI MARIA VERGINE,
INIZIO' LA SUA ESISTENZA UMANA DIVENENDO UNA CELLULA.
Sia lodata e benedetta l'ora nella quale il Verbo di Dio venne al mondo sotto forma di una cellula e pose la sua dimora nel seno purissimo della Vergine Maria. O Cellula Divina di quella ora, ascolta le nostre preghiere. Nella tua tenerezza dà il benvenuto a tutti quei bambini che furono respinti dalle loro madri, e guarda con compassione a quelle che, spinte dalle loro sofferenze e illusioni, attentano contro la vita dei loro figli prima della loro nascita. Benedici i nostri sforzi per educare e servire. Aiutaci a portarli a termine per guadagnare menti e cuori alla verità, per servire coloro che sono nella necessità, perché non ricorrano mai alla violenza.
S.O.S. VITA - Per aiuto chiama il NUMERO VERDE  800.813000
CORRISPONDENZA CON "LA VOCE CATTOLICA"

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Da: Pietro Guerini [mailto:no194@outlook.com]
A: redazione@lavocecattolica.it
Inviato: domenica 15 marzo 2015 17:48
Oggetto: Corteo NO194 Milano-Caserta 11 aprile 2015
 
Spett.le Redazione LA VOCE CATTOLICA
     sono il fondatore e presidente del comitato NO194 (http://no194.org), che conta circa 25.000 aderenti (oltre il 90% degli iscritti a gruppi pro life nazionali), finalizzato alla promozione di un referendum abrogativo della Legge 194, che nel 1978 ha legalizzato l'aborto nel nostro paese. Da allora, secondo i dati ufficiali ministeriali, sono state praticate in Italia 6 milioni di interruzioni volontarie di gravidanza (cifra pari ad un decimo della nostra popolazione attuale). 
     Vi ricordo che sabato 11 aprile 2015 si terrà il nostro doppio corteo nazionale per l'abrogazione referendaria della Legge 194, a Milano, con partenza da piazzale Cadorna alle ore 15.00 e che si snoderà nel centro del capoluogo lombardo sino a piazza Medaglie d'Oro, e a Caserta, con partenza in contemporanea da piazza Vanvitelli.
     Alle ore 15.00, a Milano, si terrà il mio discorso, nel quale descriverò le nostre strategie e le linee essenziali della nostra posizione. Per il resto, sottolineo che non è la solita manifestazione generica per la Vita, ma un duplice corteo che indica un obiettivo concreto, per quanto non agevole, per il quale combattere, senza ambiguità di sorta.
     Ecco perché sono preannunciate contestazioni da parte di gruppi di femministe e centri sociali, di regola inattivi di fronte a eventi simbolici, maggiori di quelle inscenate lo scorso 25 ottobre 2014 nel nostro precedente corteo milanese.
     Vi sarei grato se citaste l'evento e, ancor più, viste le esigenze divulgative di un'iniziativa referendaria, se mi deste la possibilità di esporla in studio in una puntata sul tema drammatico dell'aborto, ormai dimenticato e considerato politicamente non corretto, ma ancora suscettibile di dibattiti, a mio avviso, di interesse giornalistico.
     Vi ringrazio per l'attenzione.
     Buona giornata.
Avv. PIETRO GUERINI
 Presidente nazionale comitato NO194 e omonima associazione
Indirizzo Email:
no194@hotmail.it
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in tutta Italia
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