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Notiziario periodico di Tele Maria /13-2015
Ancona, sabato 28 febbraio 2015
A cura del Prof. Giorgio Nicolini - Tel,/Fax 071.83552 - Cell. 339.6424332
Posta Elettronica: direttore@telemaria.it - Sito Internet: www.lavoce.an.it
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CONTRO L'APOSTASIA LAURETANA
I PRONUNCIAMENTI DEL MAGISTERO
SULLA VERITA' DELLE TRASLAZIONI ANGELICHE
DELLA SANTA CASA DI LORETO
SU RICHIESTA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
UNA RELAZIONE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI AL CARD. GERHARD LUDWIG MULLER

LA DENUNCIA CANONICA PER IL DELITTO DI FALSO
PER LA OSTINATA E DISSACRANTE APOSTASIA LAURETANA

LA PUBBLICAZIONE DI UN NUOVO LIBRO DEL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI
CON REITERATE ED AMPLIATE MISTIFICAZIONI E FALSIFICAZIONI STORICHE

Em.mo Signor Card. GERHARD LUDWIG MULLER
Congregazione per la Dottrina della Fede
Palazzo del Sant’Uffizio, 11 - 00120 CITTA’ DEL VATICANO

 
RACCOMANDATA A.R.
– Anticipata Via Fax al n.06.69883409

 
OGGETTO: Richiesta di informazione e/o correzione di una pubblicazione ufficiale del Vescovo di Loreto riguardo ad una asserita - ma inverosimile! – dichiarazione della “Congregazione per la Dottrina della Fede”, la quale, interpellata, avrebbe “confermato” – a detta del Vescovo di Loreto - che “non esiste un pronunciamento che possa permettere di indicare il trasporto angelico della Santa Casa come definito dal Magistero ordinario e straordinario della Chiesa”, in macroscopica contraddizione con tutte le innumerevoli dichiarazioni pontificie, solenni e inequivocabili, emesse per sette secoli.   

Il testo originale è prelevabile cliccando
QUI

Gli allegati documentativi sono prelevabili cliccando sulla voce "allegato"

Ancona, 27 febbraio 2015
Em.mo Signor Card. GERHARD LUDWIG MULLER,
           Le invio il presente scritto, su richiesta di un componente della Congregazione per la Dottrina della Fede, interpellato telefonicamente il 17 febbraio u.s.
           Avevo telefonato, infatti, per sapere se era vero che la Sua Congregazione, interpellata dal Vescovo di Loreto Mons. Giovanni Tonucci, avesse “confermato” che “non esiste un pronunciamento che possa permettere di indicare il trasporto angelico della Santa Casa come definito dal Magistero ordinario e straordinario della Chiesa”. Tale affermazione del Vescovo di Loreto è stata pubblicata nel “Messaggio della Santa Casa” (n.1, gennaio 2015, pag.25) (cfr. allegato 1) e nella prefazione – dello stesso Vescovo di Loreto – al libro del Padre Giuseppe Santarelli “La Santa Casa di Loreto” (ed. Santa Casa, Loreto 2014, pag.7) (cfr. allegato 2).
           Poiché, quale studioso da una vita della “questione lauretana”, conosco assai bene e posso ampiamente documentare come l’affermazione suddetta è del tutto erronea e fuorviante, esistendo dichiarazioni pontificie solenni ed inequivocabili in tutti e sette secoli della storia del Santuario Lauretano, chiedo alla S.V. se sia vero che sia stato dichiarato dalla “Congregazione per la Dottrina della Fede” quanto asserito e pubblicato dal Vescovo di Loreto o se non si tratti in realtà di una erronea interpretazione di qualche documento emesso dalla Sua Congregazione, se davvero esiste un tale documento.
           In proposito, chiedo che venga reso pubblico tale documento, se esiste, e che venga comunque confermato che la Chiesa, nel suo Magistero Ordinario, ha sempre “dichiarato” – al contrario di quanto asserito dal Vescovo di Loreto – l’autenticità della Santa Casa di Nazareth custodita a Loreto e la “veridicità storica” delle “Miracolose Traslazioni” della stessa Santa Casa, sino a Loreto, pur impegnando i credenti solo con una “fede umana” e non per quella “divina”.
           Così è attestato da solenni ed inequivocabili dichiarazioni secolari del magistero pontificio, alcuni dei quali, tra i più importanti, riporto qui di seguito – come richiestomi dall’interlocutore telefonico del 17 febbraio u.s. della Sua Congregazione - ed altri potrò ulteriormente documentare – se richiesto – avendo una biblioteca vastissima di centinaia di documentazioni storiche dalla fine del XIII secolo a tutt’oggi, e che si può comunque prelevare ed approfondire in parte anche dal mio Sito Internet apposito www.lavocecattolica.it/santacasa.htm.
           Tra tutti gli innumerevoli interventi ufficiali e solenni del magistero pontificio, emessi nei sette secoli, appare particolarmente inequivocabile e solenne quello trascritto all’interno stesso del Santuario di Loreto, sul rivestimento marmoreo della Santa Casa (lato Nord-Est), ove si può leggere incisa a caratteri cubitali e per tutta la larghezza della parete la sottostante iscrizione composta dal Papa Clemente VIII nel 1595, a conclusione dei lavori centenari del maestoso complesso basilicale lauretano, che fu eretto e consacrato proprio allo scopo di proteggere e custodire l’insigne reliquia e la mirabile storia delle Traslazioni Miracolose.
           Con tale iscrizione consacratoria pontificia, sul rivestimento marmoreo della Santa Casa, Clemente VIII volle “definire” ed “attestare” con la sua autorità apostolica, a perpetua memoria, sia l’autenticità della reliquia nazaretana che l’autenticità storica delle molteplici traslazioni angeliche della Santa Casa (cfr. allegato 3):

           Ospite cristiano che qui venisti o per devozione o per voto, ammira la Santa Casa Loretana venerabile in tutto il mondo per i misteri divini e per i miracoli. Qui nacque Maria SS. Madre di Dio, qui fu salutata dall’Angelo, qui s’incarnò l’eterno Verbo di Dio. Questa gli Angeli trasferirono dalla Palestina, la prima volta in Dalmazia, a Tersatto, nell’anno 1291 sotto il pontificato di Nicolò IV. Tre anni dopo, nel principio del Pontificato di Bonifacio VIII, fu trasportata nel Piceno, vicino alla città di Recanati, in una selva, per lo stesso ministero angelico, ove, nello spazio di un anno, cambiato posto tre volte, qui ultimamente fissò la sede già da 300 anni. Da quel tempo commossi i popoli vicini di sì stupenda novità ed in seguito per la fama dei miracoli largamente divulgata, questa Santa Casa ebbe grande venerazione presso tutte le genti, le cui mura senza fondamenta, dopo tanti secoli, rimangono stabili e intere. Fu cinta da marmoreo ornato da Clemente VII l’anno 1534. Clemente VIII P.M. ordinò che in questo marmo fosse descritta una breve storia dell’ammirabile Traslazione l’anno 1595. Antonio M. Gallo Cardinale, Vescovo di Osimo e Protettore di Santa Casa, la fece eseguire. Tu, o pio pellegrino, venera con devoto affetto la Regina degli Angeli e la Madre delle grazie, affinché per i suoi meriti e preghiere, dal Figliolo dolcissimo, autore della vita, ti ottenga perdono delle tue colpe, la santità corporale e le gioie della eternità.

        L’edificazione del grandioso Santuario Lauretano, così come ancora oggi si presenta, fu voluta ed iniziata dal Papa Paolo II oltre un secolo prima, già nel 1464. Egli, da Cardinale, si trovava ad Ancona con il Papa Pio II, che assistette nei suoi ultimi giorni di vita in Ancona, ove Pio II morì il 14 agosto 1464. Non potendo poi rientrare a Roma per la peste che lo aveva colpito si fece condurre nella Santa Casa di Loreto, ove tra quelle sacre mura ebbe una apparizione della Vergine Maria – come da lui stesso attestato -, che lo guarì istantaneamente dalla peste contratta in Ancona, rivelandogli anche che sarebbe stato eletto Papa nel prossimo Conclave, come infatti avvenne pochi giorni dopo a Roma, il 30 agosto 1464, venendo eletto subito al primo scrutinio. Egli volle allora manifestare la sua riconoscenza alla Vergine Lauretana nella sua prima Enciclica del 19 ottobre 1464. Il Sommario di questo documento pontificio fu fatto scolpire dal Governatore della Santa Casa, Vincenzo Casali, in una grande lastra di marmo che ancora è murata (e tutt’oggi ben leggibile!) nella prima lesena della navata di sinistra della Basilica di Loreto (cfr. allegato 4) e in essa si legge di come il Santuario Lauretano era già ovunque celebre per i grandi e stupendi miracoli che, scrive testualmente il Papa, “abbiamo noi stessi esperimentati nella nostra persona”. Poi egli concesse un’indulgenza straordinaria, in due Giubilei distinti, a coloro che avessero visitato il Santuario di Loreto e scrivendo nella “Bolla” del 12 febbraio 1470, un grande elogio per il Santuario di Loreto, dicendo testualmente che esso era stato “miracolosamente fondato”. Queste le parole del Sommo Pontefice: “Cupientes ecclesiam Beatae Mariae de Laureto in honorem eiusdem Sacratissimae Virginis… miraculose fundatam, in qua, sicut fides dignorum habet assertio et universi potest constare fidelibus, ipsius Virginis gloriosae imago angelico comitante coetu mira Dei clementia collocata est…” (12 febbraio 1470).
           Non è poi da sottovalutare l’attestazione di numerosi autori antichi (cfr. allegato 5) che affermano come lo stesso Pontefice Bonifacio VIII (1294-1303), che regnava negli anni delle Traslazioni Miracolose della Santa Casa, fu indotto ad istituire il Primo Grande Giubileo del 1300 proprio per far accorrere a Roma i cristiani e così far conoscere a tutti i popoli ed indirizzarli al pellegrinaggio alla Santa Casa presente nelle Marche, ove era giunta nel 1294, proveniente da Tersatto, a cui era già pervenuta miracolosamente da Nazareth il 9-10 maggio 1291.
           Pochi anni dopo ne parla comunque espressamente il Papa Clemente V (1305-1314), in una “Bolla” emanata dalla lontana Avignone, datata 18 luglio 1310. In tale “Bolla” si faceva riferimento ad un documento in cui si parlava di una famiglia tedesca che aveva pellegrinato e fatto (testualmente) “un voto davanti alla miracolosa divina Vergine Lauretana”.
           Ancor più inequivocabile, sin dagli inizi, appare l’attestazione del Papa Beato Urbano V (1362-1370), che nel 1362 fece dono ai Tersattesi di una immagine della Vergine Lauretana, “per calmare il loro dolore” per aver perduto la stessa Santa Casa, confermando così esplicitamente la verità storica di quella Traslazione Miracolosa di Tersatto (avvenuta il 9-10 maggio 1291) e di quelle successive in Italia avvenute dopo il 9-10 dicembre 1294 (cfr. allegato 6). Altrettanto attesterà il Papa Gregorio XI (1370-1378), che da Avignone in un’altra “Bolla” del 2 novembre 1375 scrisse di questo Santuario quanto segue: “Per i molti miracoli che l’Onnipotente si degna colà operare, il popolo fedele devotamente vi si avvia in folla”.
            Nel 1507, poi, quando ancora si stava costruendo l’attuale grandiosa Basilica, il Papa Giulio II (1503-1513) con una “Bolla” del 21 ottobre 1507 confermò al Santuario di Loreto le indulgenze date dai suoi predecessori per alcune feste, alle quali aggiunse quella dell’Annunciazione e, togliendo la Santa Casa dalla giurisdizione del Vescovo di Recanati, la dichiara “Chiesa Pontificia”, alle immediate dipendenze della Santa Sede. In tale “Bolla” Giulio II dichiarò che la Santa Casa di Loreto era la Camera ove Maria fu salutata dall’Angelo, concepì il Salvatore, lo nutrì e lo allevò. E scrisse testualmente: “Questa camera fu la prima chiesa consacrata dagli Apostoli in onore di Dio e della Vergine e fu poi miracolosamente trasportata, prima nella Dalmazia e quindi a Loreto”.
            Ancor più inequivocabile, chiarissimo e perentorio, è il pronunciamento del Papa Leone X (1513-1521), che, con “Breve” del 1° giugno 1515 nominò il Card. Bernardo Dovizi di Bibbiena Procuratore del Papa a Loreto e poi, nel 1519, Amministratore Perpetuo della Santa Casa, della quale scrive: “A testimonianza di tutti, è il primo e il più celebre di tutti i Santuari, perché è provato da testimoni degni di fede che la Santa Vergine, dopo aver trasportato per l’onnipotenza divina, la sua immagine e la propria casa da Nazareth in Dalmazia, quindi nella foresta di Recanati e nel campo di due fratelli, la fece deporre per il ministero degli Angeli, sulla pubblica via, ove trovasi tuttora e dove l’Altissimo, per i meriti della Santissima Vergine, continua a operare miracoli” (Leone X, “Breve” del 1° giugno del 1515  Arch. Vat. Vol. 1924; 232 IX Reg. 70 – f. 74). 
            In queste parole inequivocabili del Papa Leone X vi è riassunta ed approvata in modo solenne tutta “la verità storica” delle “miracolose traslazioni della Santa Casa di Nazareth”, come era già stato tramandato nei due secoli precedenti e che hanno fatto poi di Loreto “il primo” e “il più celebre” di tutti i Santuari.
            Tali conferme si hanno anche da tanti altri Papi successivi. Tra di essi, Clemente VII (1523-1534), che mandò anche una commissione a Nazareth e a Tersatto per verificare le misure delle fondamenta della Santa Casa rimaste a Nazareth e le impronte da questa lasciate a Tersatto, risultate tutte coincidenti. Egli era devotissimo della Madonna di Loreto e volle recarsi di persona a venerarla, e anche per rendersi conto dei lavori che si stavano facendo nel Santuario, e specialmente del rivestimento in marmo della Santa Casa.
            Anche San Pio V (1566-1572), volle fosse scritto nella Basilica le parole “Vera domus florida quae fuit in Nazareth”, attribuendo poi la vittoria dei cristiani nella battaglia di Lepanto del 1571 all’intercessione della Vergine Lauretana, istituendone poi la Festa del Santo Rosario il 7 ottobre.
            In speciale modo, poi, Sisto V (1585-1590), Papa Marchigiano, fu uno dei più insigni benefattori della Santa Casa, che fin da fanciullo aveva imparato ad amare e a venerare. Egli elevò al rango di “città” Loreto e la fece sede Vescovile. La sua “Bolla” del 17 marzo 1586, con la quale concede questi privilegi a Loreto, è un inno alle glorie e all’origine miracolosa del Santuario che accoglie - egli dice testualmente - “la santa stanza consacrata dai Misteri Divini, nella quale Maria nacque, fu salutata dall’Angelo e concepì di Spirito Santo il Salvatore del mondo” (“Magnum Bullarium”, Roma, 1863, T. VIII, p.666).
            Nel 1595, poi, al concludersi dei lavori di costruzione della grandiosa Basilica - iniziatisi nel 1464 con Paolo II e durati quindi oltre un secolo -, il papa Clemente VIII (1592-1605) suggellò definitivamente l’approvazione pontificia dell’autenticità della Santa Casa e delle sue Miracolose Traslazioni con l’atto magisteriale solenne della dedicazione consacratoria della Basilica, incisa sul rivestimento marmoreo della Santa Casa (lato Nord-Est), come riportato all’inizio di questo scritto (cfr. allegato 7).
            Unitamente a tale atto consacratorio della Basilica Clemente VIII nello stesso 1595, in occasione del Terzo Centenario, approvò liturgicamente anche la Festa della Traslazione Miracolosa della Santa Casa per le Diocesi delle Marche, che già la celebravano “ab immemorabili” secondo le tradizioni locali.
            Tale approvazione pontificia fu suggellata con Decreto del 29 novembre 1632 da parte della Sacra Congregazione dei Riti, che fissò definitivamente la data della celebrazione liturgica della Traslazione Miracolosa della Santa Casa al 10 dicembre di ogni anno.
            Il 30 agosto 1669 Clemente IX (1667-1669) fece inserire nel Martirologio Romano la seguente memoria: “Laureti, in Piceno, Translatio Sacrae Domus Dei Genitricis Mariae, in qua Verbum Caro factum est” (Traduzione: “A Loreto, nel Piceno, la Traslazione della Santa Casa della Madre di Dio Maria, in cui il Verbo si è fatto carne”).
            Il 16 settembre del 1699, Innocenzo XII (1691-1700) concedeva alle Diocesi delle Marche l’Ufficio proprio della Traslazione della Santa Casa, con approvazione della lettura del “trasporto miracoloso” della Santa Casa, e con relativa Messa. L’Oremus della Messa dice: “O Signore che nelle tue misericordie, per il Mistero dell’Incarnazione del Verbo, rendesti sacra la Casa della Vergine e la collocasti poi prodigiosamente nel seno della tua Chiesa, fa che noi, segregati dall’abitazione dei peccatori, diventiamo degni abitatori dei tuoi santi tabernacoli”.
            Benedetto XIII (1724-1730) estendeva l’Ufficio proprio della Traslazione Miracolosa, a Roma, allo Stato Pontificio e a tutte le Diocesi che ne avessero fatto domanda.
            Nella VI Lezione è brevemente descritta la storia della Traslazione (intendendo sempre, come ben si legge, quella “miracolosa”!) ed è ricordata la venerazione secolare dei fedeli alla Santa Casa: “Ipsius autem Virginis Natalis Domus divinis mysteriis consecrata, Angelorum ministerio, ab infidelium potesatte in Dalmatiam prius, deinde in agrum Lauretanum Picenae Provinciae translata fuit… eamdemque ipsam esse in qua Verbum caro factum est et habitavit in nobis, tum Pontificiis diplomatibus et celeberrima totius orbis veneratione, tum continua miraculorum virtute et coelestium beneficiorum gratia comprobatur”. Questa la traduzione: “La Casa natale della stessa Vergine, consacrata dai misteri divini, per ministero degli Angeli fu sottratta dalla potestà degli infedeli, e portata dapprima in Dalmazia e poi in un campo lauretano della Provincia Picena… E che sia la stessa Casa in cui il Verbo si è fatto carne e abitò fra di noi, è provato sia dai documenti pontifici e dalla celeberrima venerazione di tutto l’orbe, sia dalla continua virtù dei miracoli e della grazia dei celesti benefici”.
           Questo testo è una magnifica sintesi di quanto fin qui scritto ed è un “documento ufficiale” della Chiesa, approvato dai Sommi Pontefici, e valido ancor oggi, in cui la Festa della Traslazione a Loreto è ancora celebrata il 10 dicembre di ogni anno, anche se - in verità – non è la data esatta (stabilita così a causa di un errore di date di Girolamo Angelita, archivista di Recanati del XVI secolo), perché tale data è “la data di partenza da Tersatto”, come riporta una lapide ancora esistente nel Santuario di Tersatto. Nella “selva della signora Loreta”, nella zona recanatese, la Santa Casa in realtà giunse alla fine del 1295, dopo essere stata per nove mesi su una collina di Ancona, chiamata da allora – per quell’evento miracoloso – “Posatora”, così come attestano lapidi, chiese e documenti esistenti ancor oggi in Ancona. Solo nel 1296 (come anche è scritto nell’attuale rivestimento marmoreo del Bramante) la Santa Casa fu ancora “miracolosamente trasportata” sul Monte Prodo, sul campo di due fratelli e poi sulla “pubblica strada”, là ove poi sorse la cittadina di Loreto (cfr. allegato 8).
            Le suddette Lezioni ed Orazioni sono una esaltazione e una inequivocabile conferma della “tradizione”; mentre è un fatto che tutte queste dichiarazioni e concessioni furono fatte dalla Santa Sede dopo un lungo e approfondito studio, e non senza discussioni ed obiezioni da parte del Promotore della Fede, in seno alla Congregazione dei Riti, e costituiscono uno dei più validi argomenti per dimostrare che la tradizione lauretana è basata sulla verità. La Chiesa non avrebbe diversamente approvate queste preghiere liturgiche, perché “lex orandi est lex credendi”, e se i Papi non fossero stati sicuri della fondatezza della tradizione, non solo non avrebbero accordato l’Ufficio e la Messa, ma avrebbero proibito il culto della Santa Casa di Loreto, limitandolo al simulacro della Vergine, come negli altri Santuari. Il che prova che la tradizione lauretana non è passivamente tollerata dai Sommi Pontefici – come pretenderebbero gli oppositori -, ma fu sempre da loro benedetta, raccomandata e voluta, e che essi non la misero mai in dubbio. 
            Così, chiaramente, affermò anche il Papa Benedetto XIV (1740-1758): “Voler dimostrare la verità dei fatti accennati in questa Lezione, sarebbe un voler rifare quanto gli storici della Santa Casa hanno fatto con tanto zelo e dottrina”. E nella sua opera delle feste di Maria, parlando della Santa Casa la chiama “Aula, dove il Verbo Divino prese l’umana carne, trasportata per ministero degli Angeli; così attestano sia gli antichi documenti, e la perpetua tradizione, sia le testimonianze dei Sommi Pontefici, come il comune sentimento dei fedeli e i miracoli che si verificano di continuo” (De fest. I, 2, c.16, n.4).
            Nei tempi a noi più vicini, il grande pontefice marchigiano dell’Immacolata, il Beato Pio IX (1846-1878), che nella Santa Casa fece voto da giovane di abbracciare lo stato ecclesiastico se fosse stato guarito da una grave malattia, come avvenne, così dichiarò nella Bolla “Inter Omnia” del 26 agosto 1852: “Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome, e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio” (Beato Pio IX, Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852) (cfr. allegato 9).
            Il Papa Leone XIII (1878-1903), in occasione del Sesto Centenario della Traslazione della Santa Casa, solennemente celebrato nell’anno 1894, pubblicò una delle sue più belle Lettere Encicliche – la “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894 – nella quale fece professione della sua specialissima devozione alla Santa Casa di Loreto, che egli definì uno dei monumenti più sacri della fede cristiana, e scrivendo in modo chiarissimo che la Santa Casa (testualmente) per benignissimo consiglio di Dio “fu trasportata miracolosamente in Italia”. Egli approvò anche l’istituzione della “Congregazione Universale della Santa Casa”, finalizzata alla diffusione della storia e del culto della Santa Casa e delle sue Miracolose Traslazioni (cfr. allegato 10).
            Infine, si può dire a “suggello” conclusivo, il Papa Benedetto XV (1914-1922), accogliendo i voti di moltissimi Vescovi e fedeli, il 24 marzo 1920 dichiarava solennemente la Beata Vergine di Loreto PATRONA DEGLI AVIATORI, a motivo del riconoscimento esplicito della “verità storica” dei “voli miracolosi” della Santa Casa in vari luoghi, tra il 1291-1296. (S. C. Rituum, Decretum, 24 martii 1920, A.A.S., XII, p.175). Infatti, con tale proclamazione, il Papa Benedetto XV approvò pienamente “la tradizione”, la quale vuole che la Beata Vergine abbia guidato nei cieli e sul mare la sua Casetta di Nazareth, quando questa fu dagli Angeli portata dalla Palestina in Dalmazia e poi sul suolo italiano (cfr. allegato 11, pp.1-4).
            Il successore Pio XI (1922-1939) fu poi uno strenuo difensore di Loreto ripetendo in documenti ufficiali quanto, intorno alla questione lauretana, fu detto dai suoi predecessori. Così anche “confermarono” e mai contraddirono la “tradizione lauretana” tutti i Pontefici successivi: Pio XII, San Giovanni XXIII, il Beato Paolo VI, San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
            In proposito, scrisse in maniera “illuminante” San Giovanni Paolo II: “La devozione popolare alla Madonna di Loreto è antica quanto la tradizione circa le vicende della “traslazione” della casetta di Nazareth sul “colle dei lauri”, presso la città di Ancona” (Angelus dell’8 dicembre 1987), sconfessando in tal modo quanti affermano essere la “traslazione miracolosa” una alterazione leggendaria dei secoli successivi: infatti il santo pontefice ha affermato inequivocabilmente che c’è una assoluta contemporaneità tra “la  nascita della devozione popolare alla Madonna di Loreto” e “l’inizio della tradizione circa le vicende della traslazione (miracolosa!) della casetta di Nazareth a Loreto”: un fatto storico perciò indubitabile! In proposito, lo stesso San Giovanni Paolo II si compiacque di attestarmi la sua approvazione e benedizione ad un mio libro – dal titolo “La veridicità storica della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto” -: libro da me scritto e fattogli pervenire nel gennaio 2005 (cfr. allegato 12).
            Così anche, ad una mia interpellanza, Benedetto XVI inviò nel dicembre 2005 al Vescovo di Loreto una preghiera da recitarsi nel Santuario (cfr. allegato 13, pp.1-2), ove “conferma” ancora l’autenticità della Santa Casa: preghiera tuttavia che
è stata del tutto decurtata ed occultata nel Santuario Lauretano dagli attuali “responsabili” della Basilica Pontificia Lauretana, che propugnano e diffondono da circa un trentennio una dissacrante, falsa e mistificatrice “ipotesi” di “un trasporto umano” di sole “sante pietre” della Santa Casa, negando in tal modo – oltre alla “miracolosità” della traslazione -, anche la stessa autenticità della Santa Casa, ritenendola solo un semplice assemblaggio di alcune sole “sante pietre” prelevate dalla Santa Casa di Nazareth. Così si è “distrutta” in un trentennio sette secoli di storia ed il relativo culto della Santa Casa e ciò che essa – quale “reliquia” - richiama: la realtà dell’Incarnazione del Figlio di Dio.

►Em.mo Signor Card. GERHARD LUDWIG MULLER,
            quanto le ho sopra riportato sono i pronunciamenti e gli interventi più rilevanti avutisi dal Magistero Ordinario dei Sommi Pontefici durante i sette secoli trascorsi: ma non sono gli unici quelli da me sopra indicati; altri ancora ne esisterebbero, che non ho riportato, e che insieme a innumerevoli prove storiche ed archeologiche “confermano” inequivocabilmente la “verità storica” delle “Miracolose Traslazioni” della Santa Casa.
            Di fronte, perciò, a tutti i sopra riportati pronunciamenti solenni ed inequivocabili di tutti i Sommi Pontefici, dal XIII secolo sino ad oggi, per sette secoli, come è possibile che possa essere vero quanto ha recentemente scritto il Vescovo di Loreto Mons. Giovanni Tonucci, che cioè la Sua Congregazione per la Dottrina della Fede avrebbe confermato - ad interpellanza dello stesso Vescovo - che “non esiste un pronunciamento che possa permettere di indicare il trasporto angelico della Santa Casa come definito dal Magistero ordinario e straordinario della Chiesa”?
           
Mi addolora qui richiamare e denunciare che quanto viene propugnato e diffuso dalla Basilica Pontificia Lauretana da circa un trentennio è frutto di una colossale e diabolica (!)  mistificazione e falsificazione storica, avviatasi nel 1980 dall’attuale Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa”, il Padre Giuseppe Santarelli, che – nonostante dimostrazioni irrefutabili delle sue falsificazioni documentali e storiche da me e da altri denunciate e dimostrate da tanti anni (cfr. www.lavocecattolica.it/santacasa.htm e www.telemaria.it) - ha avuto ancora l’ardire sfrontato di ripubblicare una nuova edizione del suo principale testo mistificatorio, pieno di “falsità” e di “falsificazioni” storiche.
            Per una più ampia libertà di operare in tale opera mistificatrice si è ora voluto dall’attuale Vescovo di Loreto coinvolgere persino l’autorità della Sua Congregazione per la Dottrina della Fede, al fine di dare alle stampe quel rinnovato libro del Padre Giuseppe Santarelli, edito negli scorsi mesi, in cui sono di nuovo presentate e propugnate “ipotesi fantasiose”, inesistenti e fuorvianti, con reiterate ed ampliate “falsificazioni storiche” dei documenti e degli autori antichi e dei pronunciamenti pontifici, che io avevo già denunciato innumerevoli volte anche con  regolare “consegna canonica” per “delitto di falso”, del quale però mai si è voluto tenere conto dalle Autorità Ecclesiastiche interpellate, omettendo - per “dolo” o “negligenza grave” (cfr. C.D.C. can.1457) - gli accertamenti moralmente e canonicamente obbliganti (cfr. C.D.C. can.1453) (cfr. allegato 14).
            Insieme alla richiesta di una risposta chiarificatrice ed ufficiale a quanto indicato in oggetto, rimetto perciò alla Sua competenza, Card. Muller, anche l’allegata denuncia per  “il delitto di falso” (cfr. allegato 15,  pp.1-8), perché dalla Sua  Congregazione, deputata alla difesa della Fede, si intervenga definitivamente a sconfessare ed a far cessare “l’apostasia lauretana” dalla “verità storica” sulla Santa Casa, come avvenuto purtroppo in questo ultimo trentennio.
            Rimanendo disponibile per ogni ulteriore approfondimento e chiarimento, ed anche ad eventuali Udienze chiarificatrici, con profonda stima e fiducia nella Sua persona, mi professo devoto figlio della Santa Chiesa Cattolica, assicurandoLe un particolare ricordo nella preghiera alla Vergine Immacolata.
            In fede.     

Prof.
GIORGIO NICOLINI

Tel./Fax 071.83552 – Cell. 339.6424332
Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it
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SU ALCUNE TESTIMONIANZE DEL CHARTULARIUM CULISANENSE,
SULLE FALSE ORIGINI DELL’ORDINE COSTANTINIANO ANGELICO DI SANTA SOFIA
E SU TALUNI SUOI DOCUMENTI
CONSERVATI PRESSO L’ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI


IL PROF. ANDREA NICOLOTTI SCRIVE AL PROF. NICOLINI
DIMOSTRANDO IL "FALSO STORICO"
DEL "CHARTULARIUM CULISANENSE"


Torino, 5 ottobre 2012
Gentile prof. Nicolini,
vedo che nel suo sito dedicato alla Casa di Loreto si tratta del cosiddetto “Chartularium Culisanense”.
Non ho al momento competenza per entrare nella discussione in merito a Loreto, ma volevo semplicemente segnalare di aver appena pubblicato un articolo in cui dimostro chiaramente che il Chartularium Culisanense, posto che sia mai esistito in una forma anteriore alla copia ottocentesca ora sopravvissuta, è un falso moderno.
Lo può scaricare dal sito della rivista "Giornale di storia" (www.giornaledistoria.net)
(l'intero studio è prelevabile cliccando QUI)
Saluti cordiali.
Andrea Nicolotti
Dipartimento di Studi Storici Università degli Studi di Torino


LA RISPOSTA DEL PROF. GIORGIO NICOLINI 

Ancona, 5 ottobre 2013
Gent. Prof. Nicolotti,
            La ringrazio molto del suo prezioso studio inviatomi, comprovante IL FALSO STORICO del "Chartularium Culisanense". Nell'indirizzo Internet www.lavocecattolica.it/inconsistenza.cartularium.pdf Le ho pubblicato alcune pagine del mio libro LA VERIDICITA' STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO, ove già avevo dimostrato che, al di là dell'autenticità del "Chartularium", tale documento è del tutto estraneo alla storia della Santa Casa di Loreto ed arbitrariamente e maldestramente utilizzato dal Padre Santarelli per negare la verità sia dell'autenticità della Santa Casa (nella sua integralità) e sia la verità storica delle MIRACOLOSE TRASLAZIONI.
            Il Suo studio mi certifica ancor più e in modo ancor più documentato quanto avevo sempre sostenuto circa l'inconsistenza e la falsità di quel documento. Ho già inviato il Suo studio direttamente al Santo Padre Benedetto XVI, subito dopo la sua partenza da Loreto il 4 ottobre u.s., per renderlo edotto del Suo prezioso studio, sconfessante le dissacrazioni avvenute nella Basilica Pontificia Lauretana nell'ultimo trentennio, con l'utilizzazione di un FALSO STORICO, per negare la VERITA' dell'autenticità della Santa Casa e delle sue Miracolose Traslazioni.
            La ringrazio vivamente del Suo contributo.
            Contraccambio i cordiali saluti.
Prof. GIORGIO NICOLINI.
LA DENUNCIA CANONICA
PER IL "DELITTO DI FALSO"

Ecc.za Rev.ma Mons. EDOARDO MENICHELLI
Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo
Piazza del Senato, 7 - 60121 ANCONA

OGGETTO: La storia delle “Miracolose traslazioni” e il culto della Santa Casa di Nazareth a Loreto – Richiesta di apertura procedura canonica per “delitto di falso” (can. 1391) riguardo alla “questione lauretana”. Con rif. al Prot. n.241/06 di Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona, e con rif. al Prot. 1802/05/L presso “Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum”.

Il testo originale è prelevabile cliccando QUI
Ancona, giovedì 24 agosto 2006
San Bartolomeo, Apostolo
Ecc.za Rev.ma,
            nell’odierna Festa Liturgica del grande apostolo San Bartolomeo, il cui iniziale scettico ed erroneo interrogativo su Gesù ancora risuona nelle parole eterne dal Vangelo: “DA NAZARETH PUO’ MAI VENIRE QUALCOSA DI BUONO?” (Gv.1,46), voglio anzittutto esprimerLe la mia gratitudine per l’Udienza concessami in data odierna, in relazione alla mia richiesta di un intervento canonico e autoritativo nei riguardi di alcuni operatori della Basilica Pontificia Lauretana - in specie nei riguardi del Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa” -, i quali, nell’ultimo trentennio, hanno operato una grave e sacrilega “falsificazione” della storia della Santa Casa di Nazareth a Loreto e delle sue “Miracolose traslazioni”, inficiandone gravemente la storia ed il culto, che ora non è più ricordato e celebrato neppure secondo le norme ed i riti disposti dalla Santa Chiesa Cattolica, da circa sette secoli.
            Nel richiedere a Sua Ecc.za Rev.ma, quale Arcivescovo-Metropolita di Ancona, sotto la cui giurisdizione ricade anche la Diocesi e il Santuario di Loreto, di adempiere a tutte le disposizioni canoniche previste a riguardo del “delitto di falso” (can. 1391 C.D.C.) - con i conseguenti opportuni “provvedimenti” canonici da adottare contro i responsabili di tale “apostasia lauretana” -, al fine di “fissare” le principali richieste che Le volevo in proposito presentare, mi permetto di lasciarLe la presente Lettera, a modo di “pro-memoria”, rimandando - per ogni specifico approfondimento - ad altri incontri che vorrà benevolmente programmare e concedermi, finalizzati ad illustrarLe nel dettaglio le “gravi falsificazioni documentali” inerenti il tema in oggetto.
            In particolare intendo qui denunciare la principale opera mistificatrice sulla “questione lauretana”, da cui sono discese tutte le altre, cioè il libro del Padre Giuseppe Santarelli “LA SANTA CASA DI LORETO” (nelle sue varie edizioni), che ben definirei come “Il Codice da Vinci Lauretano”, dato che per oltre la metà dei suoi contenuti è frutto di fantasiose, romanzesche e inesistenti congetture, dissacratorie della “Verità Lauretana”, supportate in un modo molto sofisticato mediante un innumerevole uso - da parte dell’autore - di “manipolazioni” e “falsificazioni” storiche e documentali.
            Ciò lo scrissi apertamente allo stesso Padre Santarelli (come pubblicato e leggibile anche nel mio Sito Internet: http://www.lavocecattolica.it/santacasa.htm), ove gli dichiaravo, tra l’altro: “Nel Suo principale libro “LA SANTA CASA DI LORETO”  (edizione del 2003), che ha dato origine alla “falsa ipotesi” del trasporto umano della Santa Casa, Lei svolge una vasta e sistematica trattazione volta a voler dimostrare, davvero “a tutti i costi”, tale Sua “nuova ipotesi” del “trasporto umano”, con l’intento esplicito, da Lei scritto alla fine del libro (cfr. pag.485), “Qui si è cercato di dimostrare che il materiale del nucleo originario della Santa Casa, in tutto o in parte, può considerarsi nazaretano e che il trasporto miracoloso può essere ritenuto un’amplificazione letteraria successiva”. Tuttavia, gli “ignari” ed “inesperti” lettori del Suo libro non possono verificare in alcun modo che una molteplicità di documentazioni ed argomentazioni da Lei riportate ed esposte nel Suo libro - a “dimostrazione” delle Sue “ipotesi” - sono talvolta del tutto “prive di fondamento” (cfr. le pagine 235-297) e non raramente sono “alterate” e “manipolate”, e perciò “falsificate”, cambiandone il senso originario e l’intenzione autentica degli autori delle “documentazioni” da Lei riportate, che invece, nella realtà del documento “autentico”, sconfessano totalmente le Sue “false” “ipotesi”. (…). In proposito, persino ad alcuni Papi, come Paolo II e Leone X (cfr. le pagine 366-369), Lei “stravolge” le parole dei testi delle loro “Bolle Papali”, facendo dire ad essi ciò che pensa Lei e non ciò che essi, insigniti della Suprema Autorità Apostolica, hanno “realmente” “affermato” e “scritto”, confermando da parte loro – quali “Vicari di Cristo” – sia “l’autenticità” della “Santa Casa” come anche delle “Miracolose Traslazioni” di essa, mentre Lei fa credere il contrario. Anche ai più importanti e antichi autori attestanti “la Tradizione Storica” - come il Beato Giovanni Battista Spagnoli, il Teramano, il Ricci, ed altri ancora - Lei fa loro dire il contrario di quanto essi hanno “realmente” scritto. Essi parlano “solo” e “soltanto” delle “traslazioni miracolose”, per “il ministero angelico” (gli “angeli” del Cielo!...), mentre Lei - con contorte argomentazioni e “stravolgendo” il senso delle loro parole e dei loro scritti - fa credere ai lettori che essi abbiano parlato di una “traslazione” della Santa Casa avvenuta “per mare”, mediante “la nave”, e non per “il ministero angelico” (cfr. le pp.369-400). Così ugualmente fa nel citare innumerevoli “icone” (cfr. le pagine 401-472). Poiché così è (e lo dimostrerò punto per punto!), il Suo libro come può allora essere definito un libro “storico”?... In realtà, il Suo libro “LA SANTA CASA DI LORETO”, è invece un libro che opera una autentica “falsificazione storica”!... E con questa “falsificazione storica” Lei - al di là sicuramente delle Sue “buone” intenzioni iniziali - ha ottenuto il solo risultato di “confondere” e “far smarrire” all’intera Chiesa “la verità” della “Traslazione Miracolosa” della Santa Casa e “l’autenticità” stessa della “reliquia nazaretana”. Siamo ormai giunti al punto che – negli anni recenti – in tale “smarrimento” siano potuti “incappare” (pur in totale buona fede) persino “eminenti” e “sante” personalità ecclesiastiche… e che nulla ormai “sembra” che si voglia fare - da parte delle Autorità Ecclesiastiche - per “ripristinare la verità”!...  Tuttavia Lei stesso, nel Suo libro sopra citato, scrive anche, riguardo all’ipotesi del “trasporto umano”: “Questo discorso, ovviamente, è svolto soltanto su un piano ipotetico, non essendoci documenti espliciti in materia…” (cfr. pag.297). Infatti è proprio così… Eppure il Suo libro è “pieno” di documenti “manipolati” e “stravolti”, che vengono citati come se costituissero “l’esplicita” “dimostrazione” della “verità” delle Sue “false ipotesi”!... Sta di fatto che attualmente le Sue “ipotesi” (“false”) sono divenute “la verità ufficiale” del Santuario Lauretano, pur “non essendoci documenti espliciti in materia”, come Lei stesso ha dichiarato nel Suo libro. Invece, delle autentiche “prove” storiche, archeologiche e scientifiche e delle “approvazioni” della Chiesa non se ne parla più in alcun modo: tutto viene “occultato” a Loreto!... Avviene, anzi, al contrario, che ogni apporto “nuovo” che viene offerto per dimostrare “la verità” della “Traslazione Miracolosa” e “l’autenticità” della reliquia della “Santa Casa” viene “rifiutato”.
            Così scrivevo al Padre Santarelli, in una Lettera Aperta del 17 novembre 2005, e qui riconfermo a Lei, Ecc.za Rev.ma, tutte le mie denunce, chiedendo di nuovo - esplicitamente e “ufficialmente” - di intervenire d’autorità, o di far intervenire d’autorità a chi compete, presso la Basilica Pontificia Lauretana, per far togliere ed impedire l’ulteriore diffusione di questo testo del Padre Santarelli e di altri testi consimili, da esso derivati, e propagati dalla stessa Basilica, ingannando così milioni di pellegrini “indifesi”, che confluiscono nella Santa Casa e alla conoscenza della sua storia con una fede “semplice” e facilmente ingannabile.
            Tale libro, infatti, non riporta “la  verità” sulla “questione lauretana”, ma “LA MENZOGNA” ed è inaccettabile e “GRAVEMENTE IMMORALE” che all’interno della Santa Chiesa possa essere autorizzata una così “grave” e “colossale menzogna” dissacratrice delle opere meravigliose di Dio e della Vergine Maria, attuate davvero “miracolosamente”, per il bene della Chiesa e per la Salvezza dell’Umanità, e sempre “approvate” nella sua autenticità da tutti i Sommi Pontefici, nelle forme più ufficiali e solenni del Magistero Ordinario, da sette secoli.
            Tali mie denunce le avevo già formulate in varie corrispondenze degli anni passati ad altri “responsabili” e ancor più formalmente in una Lettera scritta a Mons. Angelo Comastri (in data 1° novembre 2004), quando era Arcivescovo di Loreto. Tali innumerevoli Lettere scritte negli ultimi anni sono già a Lei in parte pervenute. Nell’ultimo anno si è associato a me anche l’Avv. Prof. Francesco Dal Pozzo da Firenze, che - a mio nome – ha fatto pervenire innumerevoli altre petizioni e documentazioni ad altre Autorità Ecclesiastiche delle “Congregazioni Vaticane” ed anche a Sua Santità Benedetto XVI.
            In proposito, in passato avevo anche fatto dei tentativi – a partire dal 1996 - per ottenere un colloquio diretto con il “santo” Pontefice Giovanni Paolo II, recandomi anche direttamente in Vaticano. Ma una tale Udienza – essendo privo dell’accompagnamento del mio Vescovo – non mi veniva mai autorizzata dalle persone addette alle prenotazioni. In proposito, il Suo Segretario Don Carlo Spazzi potrà attestarLe di telefonate da me a lui fatte direttamente dal Vaticano, ove gli richiedevo di far telefonare in Vaticano il Suo predecessore Mons. Franco Festorazzi, perché confermasse e attestasse a suo nome la mia richiesta di Udienza con il Santo Padre. Non so, in proposito, se Don Carlo ne abbia poi effettivamente parlato con Mons. Festorazzi.
            Circa due anni fa composi, infine, il libro “La veridicità storica della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto”, in preparazione ad un incontro chiarificatore e risolutivo con Mons. Comastri. In proposito, l’ex-Arcivescovo di Loreto, Mons. Angelo Comastri, alla mia Lettera del 1° novembre 2004 mi rispose con un’altra Lettera, datata 8 novembre 2004, ove mi scrisse (testualmente): “Gent.mo Prof. Nicolini, la ringrazio per il materiale inviatomi circa la questione della traslazione della Santa Casa, che leggerò con attenzione, data la rilevanza del fatto. Quanto ad un possibile incontro, sarà mia premura chiamarla, anticipandole che sarà possibile dopo le feste natalizie e prima dell’Epifania”. Purtroppo quella “chiamata” non mi venne mai fatta, né vennero soddisfatte le richieste da me avanzate nella stessa Lettera, e si continuò a Loreto, e si continua ancora con sempre maggiore gravità nell’apostasia dalla verità, utilizzando ora “pretestuosamente” persino un “errore storico” dell’ex-Card. Ratzinger (ora Benedetto XVI) per far confermare in modo definitivo “la menzogna”, e così continuare impunemente e falsamente ad affermare, in pubblicazioni “ufficiali” della Basilica Lauretana, che nel Santuario Pontificio di Loreto vi sarebbero solo delle semplici “pietre” prelevate dagli uomini dalla Santa Casa di Nazareth e lì trasportate “con la nave” da indefiniti “crociati” o da una famiglia principesca orientale. Da cui ne consegue che a Loreto “non c’è” la reliquia “autentica” della Santa Casa di Nazareth, ma solo delle “pietre” “prelevate” da essa!...
            Nei miei innumerevoli scritti - anche a Lei noti - ho però dimostrato in modo inequivocabile come tali affermazioni siano destituite di ogni fondamento storico e come, oltre ad essere smentite anche dall’archeologia e dalla scienza, esse siano il frutto di una autentica FALSIFICAZIONE DISSACRATRICE, esposte inizialmente in forma di “ipotesi” (false!), che però diedero inizio - circa 30 anni fa - ad autentiche “falsificazioni” documentali generalizzate.
            Tali “falsificazioni documentali” generalizzate sono state fatte e continuano ad essere fatte allo scopo evidente di sostenere “a tutti i costi” la validità della nuova (falsa) “ipotesi” di studio, e scalzare definitivamente “la verità” dell’autenticità della Santa Casa e delle sue “Miracolose traslazioni”, come ha scritto espressamente lo stesso Padre Santarelli nel suo libro sopra denunciato: “Qui si è cercato di dimostrare che il materiale del nucleo originario della Santa Casa, in tutto o in parte, può considerarsi nazaretano e che il trasporto miracoloso può essere ritenuto un’amplificazione letteraria successiva” (cfr. pag.485).
            Così in tre decenni i nuovi “studiosi” sono riusciti a “sradicare” la “verità storica” della presenza a Loreto dell’autentica Santa Casa di Nazareth e la “verità storica” delle sue “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”, facendo così abbandonare la “tradizione” e i pronunciamenti “ufficiali” e “secolari” (pur essi spesso “falsificati”) dei Sommi Pontefici e delle Congregazioni Vaticane competenti e seminando confusione e smarrimento nelle menti dei fedeli di tutto il mondo, facendo di conseguenza abbandonare in tutta la Chiesa la grata venerazione dovuta a tale straordinaria “reliquia nazaretana” e al divino e straordinario “evento” che l’ha condotta “miracolosamente” sino a Loreto, dopo essere stata “in vari luoghi” tra cui, per nove mesi, anche in Ancona, nel 1295, in località Posatora.
            Tutto ciò ha perciò costituito una autentica sacrilega “dissacrazione” della “tradizione lauretana” e del “culto” stesso praticato verso la Vergine Lauretana, che attualmente, purtroppo, non è più proposto e non è più fondato sulla “verità storica” tramandata dalla “tradizione” e sull’obbedienza al Magistero Ordinario della Chiesa Cattolica.
            La Chiesa, infatti, ha sempre insegnato e fatto celebrare “la miracolosità” delle “molteplici traslazioni” della Santa Casa e non ha mai proposto - come oggi invece avviene a Loreto - il “falso” e mai avvenuto “trasporto umano” di “semplici” “pietre” “prelevate” dalla Santa Casa di Nazareth (che perciò non si troverebbe  a Loreto!...).
            Seppure profondamente addolorato e con sincero ed umile rispetto avevo scritto già due anni fa a Mons. Comastri, quando era Arcivescovo di Loreto (dopo precedenti richieste disattese), “avvertendolo” che il mancato “ripristino” della “verità storica” e la prosecuzione della diffusione della “falsificazione storica” operata dalla stessa Basilica Pontificia Lauretana, mi avrebbe obbligato “in coscienza” ad una “denuncia” e “confutazione” pubblica dei “responsabili” di tali “falsificazioni documentali”.
            Constatato, perciò, come fossero rimaste disattese tutte le precedenti istanze, obbligato dalla mia “coscienza”, mi sono trovato purtroppo costretto ad iniziare a fare, negli ultimi due anni, le denunce e confutazioni “pubbliche” preavvertite, dopo aver tentato degli ulteriori “ultimi” e “caritatevoli” (ma purtroppo “inutili”) “tentativi” di richiamo alla “resipiscenza” presso il Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della “Congregazione Universale della Santa Casa” e principale responsabile delle “falsificazioni” operate e, nell’ultimo anno, anche a Mons. Gianni Danzi, attuale Arcivescovo di Loreto. Avevo anche rivolto al riguardo più “appelli” ad altre Autorità Ecclesiastiche responsabili: ma purtroppo sono rimasti - a tutt’oggi - sempre “inascoltati” o, addirittura, “respinti”.
            Avendo Lei già avuto, Ecc.za Rev.ma, da parte mia, molto materiale “documentativo”, che - dietro Sua richiesta - potrò all’occorrenza ampliarLe ulteriormente, Le sintetizzo in questo scritto le  VERITA’  IRRINUNCIABILI  e  INELUDIBILI che - con sincera umiltà e rispetto - Le supplico – per quanto a Lei compete quale Arcivescovo-Metropolita – di FAR RIPRISTINARE CON AUTORITA’ nella Basilica Lauretana, memori di quel severo monito della Parola Divina: “Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato” (Gc.4,17).
            Essendo la Santa Casa di Loreto e la sua “straordinaria storia” un bene inestimabile per tutta la Chiesa e per tutta l’Umanità, di cui ognuno di noi cristiani non può non sentirsi “responsabile”, memore anche delle parole di San Paolo - “rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio” (2^Cor.4,2), in obbedienza alla mia coscienza e alle norme del Codice di Diritto Canonico (cfr. can.1391), in particolare del can.212 (§.3) - che dichiara: “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, (i fedeli) hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai Sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune...” -, nell’odierna Udienza concessami, di cui Le sono profondamente grato, Le chiedo di nuo vo, con umile franchezza e fermezza, per il bene delle anime redente dal Sangue di Cristo e ad onore e gloria della Santa Chiesa, di avviare le procedure canoniche e operative sopra indicate, a riguardo del “delitto di falso”, per:
- BANDIRE per sempre dalla Basilica Lauretana le “false” “ipotesi” di un trasporto umano delle “semplici” “pietre” della Santa Casa di Nazareth, facendo togliere o correggendo le relative pubblicazioni e “falsificazioni” in  esse presenti che lo propongono, e che hanno “ingannato” e continuano ad “ingannare” milioni di pellegrini e l’intera Chiesa.
- RIPROPORRE solennemente l’insegnamento del Magistero Ordinario della Chiesa, che si è pronunciata al riguardo da sette secoli, “approvando” in un modo ininterrotto e inequivocabile, con centinaia di scritti e Bolle Papali “ufficiali” e “solenni”, “la verità” delle “traslazioni miracolose” della Santa Casa.
- FAR CONOSCERE gli scritti e le documentazioni “autentiche”, sia delle “approvazioni pontificie”, come degli studi storici, archeologici e scientifici comprovanti la verità storica delle “miracolose traslazioni”.
- CHIARIRE in modo inequivocabile che a Loreto non ci sono solo delle “pietre” “prelevate” dalla Santa Casa di Nazareth, ma che a Loreto vi sono invece proprio le “tre Sante Pareti” “integre”, che a Nazareth costituivano la “Camera di Maria”, addossata davanti ad una grotta, ove la Vergine Santissima ricevette l’annuncio angelico e ove avvenne l’Incarnazione nel suo seno del Figlio di Dio.
- CELEBRARE il 10 dicembre di ogni anno “la Liturgia della Miracolosa Traslazione”, così come l’ha voluta la Santa Chiesa e in sincera obbedienza ad essa, senza più “equivoci” riguardo alla “miracolosità” di questa opera divina e cessando, perciò, di confonderla e di farla confondere con le “false ipotesi” di un trasporto umano delle “semplici” “pietre” della Santa Casa di Nazareth, che negano la “reale presenza” a Loreto della autentica “reliquia” nazaretana della Santa Casa.
- APPROFONDIRE la ricerca storica, nel promuovere il reperimento di nuove documentazioni storiche, archeologiche e scientifiche sempre più “probative” a riguardo della “miracolosità” della Traslazione della Santa Casa di Nazareth.

Ecc.za Rev.ma,
            mi permetta ancora un richiamo alle Parole Divine di San Paolo: “Noi non siamo come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo” (2^Cor.2,17), poiché “non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto” (Ebr.4,13). Comprende, perciò, “il perché” a me sia impossibile “tacere” o “nascondere” “la verità”, conoscendola.
            Come ci si potrà giustificare, infatti, davanti a Gesù e a Maria - nel giorno del nostro giudizio - se si continuerà ancora (come avvenuto per tanti anni e nonostante i miei ripetuti richiami) ad ingannare l’intera Chiesa e tutti i pellegrini che vengono nella Basilica Pontificia Lauretana, e nel continuare a perpetuare tale inganno ancora, "coscientemente"?... Non sta scritto nella Parola Divina, come riportato sopra, nella Lettera di San Giacomo (di cui la Chiesa Anconitana ha l’onore di custodire la reliquia del capo), “Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato”? (Gc.4,17).
            Poiché in realtà nessun altro lo fa, può comprendere, Ecc.za Rev.ma, “il perché” mi sia anche coercitivo - di fronte alla mia “coscienza”, per non peccare di “omissione” o di “falsità” - il rendere sempre più chiara di fronte alla Chiesa e presso l’opinione pubblica non solo “la verità” delle “Miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth, così come le ha sempre insegnate la Santa Chiesa e risulta dalla “vera” storiografia, ma mi è anche obbligante il far conoscere le “falsificazioni dissacratorie” avvenute, da me tante volte “denunciate”, utilizzando per tale scopo l’umile ma potente mezzo mondiale di Internet (con il mio Sito www.lavocecattolica.it), non avendo - nell’assoluta povertà dei mezzi a mia disposizione - nient’altro con cui riuscire a poter far arrivare la mia povera “voce”, che cerco di alzare per far conoscere “l’autentica verità” sulla “storia” delle “Miracolose traslazioni” della Santa Casa di Nazareth a Loreto e per richiedere di farla “ripristinare”, “… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni, non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso” (Beato Giovanni Battista Spagnoli, sulla “miracolosa traslazione”).
            Poiché il Sommo Pontefice San Felice III, già nel V secolo, insegnava e ammoniva che NON DIFENDERE LA VERITA' VUOL DIRE SOPPRIMERLA e che NON OPPORSI AD UN ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO, il Signore Gesù e la Vergine Immacolata Le saranno profondamente grati se vorrà dare seguito alle mie richieste, come sopra indicate, secondo le Sue specifiche responsabilità di Arcivescovo-Metropolita, sotto cui dipende anche la Diocesi di Loreto.
            Professandomi quale “umile figlio della Chiesa” ed anche Suo umile figlio, resto sempre disponibile per ogni ulteriore chiarimento e collaborazione, secondo come riterrà opportuno propormi ed indicarmi. Le chiedo, a tale scopo, anche la Sua paterna Benedizione, assicurandoLa del mio quotidiano ricordo nella preghiera, in specie alla Vergine Lauretana, per Lei e per tutti gli operatori (sacerdoti e laici) della nostra amata Diocesi di Ancona, i cui Patroni – San Ciriaco e il Beato Gabriele Ferretti – certamente aiuteranno in questo difficile cammino di “conversione” a cui tutti, ogni giorno, dobbiamo tendere per operare la nostra santificazione e pervenire alla Salvezza Eterna della nostra anima.
            In fede.
Prof. GIORGIO NICOLINI
Via Maggini, 230 – 60127 ANCONA
Tel./Fax 071.83552 – Cell. 339.6424332
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ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA'
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI
GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-Lourdes-Fatima-ANCONA-MEDJUGORJE
ANCONA, CITTA' DELLA FEDE, ED I SUOI SANTI
Ancona è ricca di testimonianze religiose davvero rare, al punto da essere definita "Città della Fede", per il motivo di essere stata tra le primissime città al mondo a ricevere, ad abbracciare ed a diffondere la Fede Cristiana, circa nell'anno 35, proprio immediatamente dopo la Morte e la Risurrezione di Gesù Cristo. Le storie di molte reliquie e di molti Santi legati alla città sono state raccolte - e indicate con il collegamento in Internet - nel Calendario 2015 di Tele Maria - Scarica e diffondi liberamente in Internet (Siti, Facebook, Twitter, Linkedin, ecc,) il Calendario 2015 di Tele Maria dall'indirizzo:
www.telemaria.it/CalendarioTeleMaria2015.pdf
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AL VESCOVO DI ANCONA
NUOVO CARDINALE E NUOVO PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANA
E' STATO ASSEGNATO IL TITOLO DELLA CHIESA DEI SACRI CUORI DI GESU' E DI MARIA
CHE NE RICHIAMA IL COMPITO
DI ESSERE IL SUPREMO CUSTODE DI QUELLA SANTA CASA DI NAZARETH IN LORETO
IN CUI SI FORMARONO I CUORI DI GESU' E DI MARIA
SECONDO COME HANNO INSEGNATO IL BEATO PIO IX ED ALTRI PAPI E SANTI
Il Beato Pio IX nella Bolla “Inter Omnia” del 26 agosto 1852, scrisse della Santa Casa di Loreto, come in essa si formarono i SACRATISSIMI CUORI DI MARIA E DI GESU', perché nella Santa Casa furono "concepiti" Gesù e Maria, con i loro Sacratissimi Cuori:
“Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome, e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio”.
(Beato Pio IX, Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852)
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di San Massimiliano Maria Kolbe:

“L’Immacolata è quella scala lungo la quale
noi andiamo al Sacratissimo Cuore di Gesù.
E colui che rimuove tale scala non salirà in alto, ma precipiterà per terra”.
"Cerchiamo di stare ogni giorno sempre più vicini all'Immacolata; allora, ci avvicineremo sempre più al Cuore di Gesù,
a Dio Padre, a tutta la SS. Trinità, perché
nessuna delle creature è così vicina alla Divinità come l'Immacolata".
Questo testo viene mostrato quando l'immagine è bloccata   IL PRIMO VENERDI' DI OGNI MESE
E' andata in onda il 6 febbraio 2015 da RADIO MISSIONE FRANCESCANA di Varese la prima intervista al Prof. Giorgio Nicolini sulla storia delle Miracolose Traslazioni della Santa Casa di Nazareth con l'esposizione di importanti novità storiche ed archeologiche.
Clicca QUI per ascoltare l'intervista
ORARIO DELLE SANTE MESSE
in tutta Italia
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Diffondete la buona stampa tra le persone vostre amiche e conoscenti. La buona stampa entra anche nelle case dove non può entrare il sacerdote, è tollerata persino dai cattivi. Presentandosi non arrossisce, trascurata non si inquieta, letta, insegna la verità con calma, disprezzata, non si lamenta (San Giovanni Bosco)
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